
Righetti racconta: "Io, Max Allegri, Galeone ed il Pescara..."
Alle origini del fenomeno Allegri. Ubaldo Righetti, amico dell'attuale trainer della Juve e compagno da calciatore per due stagioni del Conte Max proprio a Pescara, racconta il biennio biancazzurro in tandem con l'allenatore italiano del momento. Lo ha fatto in una interessante intervista a Tuttosport qualche giorno fa. E ve ne riproponiamo gli stralci più interessanti. "Allegri non è cambiato di un virgola da allora", racconto Righetti, "è rimasto quello di allora: intuitivo e geniale, tutto fantasia. E' sempre stato un attento osservatore della partita. Questa sua caratteristica animava discussioni infinite con Galeone. Erano chiacchiere belle e positive. Si confrontavano su tutto. Ovviamente a Massimiliano, da buon livornese, non andava mai bene niente. Voleva un calcio offensivo (E Galeone no???? ndr), propositivo, verticale. In pratica cercava di tradurre a livello collettivo le sue caratteristiche migliori: aperture, lanci, inserimenti, senso del gol. Aveva un piede straordinario. Raramente in carriera ho visto un giocatore capace di calciare di esterno da fermo lanci da 45 metri perfetti come i suoi. E le discussioni continuavano anche dopo la partita perchè eravamo sempre insieme. Parlava sempre. Ma era un piacere andare alla ricerca della strategia giusta. Aveva già in testa il calcio che pratica adesso". E poi: "Ci divertivamo in quel Pescara. E ci divertivamo a far divertire i tifosi. Il clima era carico di entusiasmo. Un laboratorio ricco di idee. C'erano anche Ricky Massara, attuale ds dell Roma, e Camplone che contro la Roma in Coppa Italia alla guida del cesena ha dimostrato di riuscire a praticare un ottimo calcio. Episodi particolari di quegli anni? Un'infinità, ma tanti non si possono raccontare - sorride Righetti -, sul camposuccedeva spesso una cosa simpatica. Capitava che qualche volta Allegri non fosse in giornata. Allora tendeva ad estraniarsi: "Non darmi il pallone, oggi no va" diceva giocando quai a nascondino. Io invece lo pungolavo: "Tieni, telo do comunque perchè inventi qualcosa lo stesso". E continuavo a passargliela. Potevo permettermelo perchè avevamo un rapporto molto stretto che dura anche desso. Mi piace sentirlo. E non parliamo solo di calcio. Il bello dell nostra amicizia è questo"
Commenti