Caro calcio, ora deciditi. E poi...
E poi...Scuotiti, cambia e vola!
A CURA DI MATTEO SBORGIA -
Forma e contenuto, contenuto e forma. Due facce ambivalenti della stessa medaglia troppo distanti al momento. Nella vita, ma soprattutto nel calcio. Questi sono giorni decisivi per una sempre più probabile ripartenza della terza o quarta industria italiana per Pil (Prodotto Interno Lordo). Dunque, gli interessi economici, ancora una volta, fanno la ‘voce grossa’ su tutto e tutti. A posto così? Tanto rumore per nulla? Direi proprio di no.
Da circa tre mesi siamo (ancora) dentro una pandemia mondiale che ci ha reso diversi un po’ tutti, mostrandoci fragili e impotenti di fronte all’ignoto. Il rumore c’è stato: assordante, continuo, persistente, a tratti anche dilagante. Ergo, che fare? Ci sono due strade: cambiare. oppure restare ancorati sulle proprie posizioni.
Il cambiamento presuppone un profondo ascolto di se stessi, una presa di coscienza lenta o rapida di limiti ed errori. Questo percorso (se fatto bene) conduce ad una scelta convinta, una svolta radicale della propria esistenza. Tutto ciò costa fatica, incertezza (nelle prime fasi), talvolta anche senso di smarrimento. Ma una volta arrivati alla vetta, il panorama è bellissimo ed allora capisci che ne è valsa davvero la pena.
Ma cosa porta concretamente a decidere di voler cambiare? La crisi. Vocabolo greco. Decisione di voler mettere un punto, di dare un taglio netto al passato in un momento o contesto complicato. Rimanere ancorati sulle proprie posizioni invece è facile, confortevole ma – alla lunga – improduttivo.
Partiamo da un presupposto: il Coronavirus ci ha cambiato la vita ma, per certi versi, talvolta ha anche acuito le questioni irrisolte che già c’erano. Il calcio non è malato a causa del Coronavirus, ma la pandemia ha portato alla luce, aspetti che avevamo messo nel dimenticatoio da troppo tempo.
Ora c’è soltanto la giusta resa dei conti. E allora? Occorre riprendere i cocci e provare a ricomporli una volta per tutte in maniera razionale, lungimirante e duratura. Bisogna comprendere che il come (la forma) deve essere propedeutico ed inscindibile rispetto al contenuto (perché).
Anzi, visto che il motivo per il quale bisogna ripartire è noto a tutti, ci si concentri prima concretamente sul modo in cui si intende farlo. Si trovino insieme soluzioni condivise, circa la riscrittura chiara di alcune regole del protocollo, che ad oggi, prevede per esempio, ancora la quarantena per tutta la squadra, nel caso venga trovato un ‘positivo’ all’interno della stessa. Si studino per davvero soluzioni alternative, nel breve, con la consapevolezza che il Sistema va riformato o forse ricostruito dalle fondamenta. Cambiare è un po’ come volare: costa fatica inizialmente, ma la terra vista da lassù è tutt’altra cosa.
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