Le genialate di Sdengo
Se vede tano, tantissimo la mano del demiurgo di Praga in questi playoff biancazzurri
In questi playoff si vede, eccome se si vede, la mano del demiurgo di Paraga in casa Pescara. Sin dall'inizio, e chissà come sarebbe stata la stagione se Zeman fosse arrivato, come da programma iniziale, già l'estate scorsa, oppure se il cambio di guida tecnico con Colombo fosse arrivato qualche settimana prima.... Al di là di una buonissima condizione fisica, con i richiami zemaniani a suon di gradoni sulla base di quanto impostato da Colombo e dal suo staff ad aver inciso profondamente su un delfino che a giugno corre ancora tantissimo nonostante le tante partite ravvicinate, la mano di ZZ si vede sul piano tattico. Facciamo un passo inditero: l'ipoteca sulla semifinale il Pescara l'ha messa nella gara d'andata con l'Entella, quando sotto di un gol e con un uomo in meno per l'espulsione di Lescano, due mosse del 76enne tecnico hanno dato scacco matto a Volpe e alla Virtus. Ma anche nel match di andata della semifinale ha profonda matrice zemaniana. Nelle scelte, innanzitutto e nel coraggio delle stesse. Non è riuscito il ritorno con vittoria a mister Zdenek Zeman in quel di Foggia, ma il 2-2 maturato allo stadio Pino Zaccheria è un buon viatico in vista della sfida di giovedì all'Adriatico, quando si deciderà chi accederà in finale playoff per sfidare la vincente del doppio confronto Lecco-Cesena (blitz esterno dei romagnoli in Gara 1 ieri sera, un 2-1 che mette in discesa per i bianconeri la strada verso l'ultimo atto della stagione, quello con in palio un posto in serie B). Zeman ha sorpreso un po' tutti con l'undici iniziale prescelto, non tanto per la conferma di Cuppone in luogo del bomber Lescano ma per la scelta di far debuttare Paolo Gozzi sull'out sinistro di difesa e di non puntare sul senatore Crescenzi come vice Milani, essendo il titolare squalificato (al pari di Palmiero e Brosco). Una mossa che ai più ha ricordato la scelta del 2011-12, l'anno dei record in serie B, quando nelle 7 partite finali, poi chiuse tutte con un successo, il demiurgo di Praga schierò terzino mancino, più bloccato e meno arrembante, Antonio Bocchetti con Antonio Balzano a traslocare sull'altra fascia al posto di Damiano Zanon. E solo un uomo ed un tecnico coraggioso come il boemo poteva far esordire anche un portiere, oltretutto classe 2003, in una semifinale playoff, Andrea D'Aniello, subentrato a sorpresa al posto di Daniele Sommariva per l'infortunato Alessandro Plizzari, che ha accusato un problema all'adduttore. Durante la stagione in caso di assenza del portiere titolare si era sempre e solo puntato sul vice designato, Sommariva anche se si era capito che ZZ tenesse D'Aniello in grossa considerazione. E quale occasione ha scelto il boemo per lanciare all'esordio il giovanissimo estremo difensore? La semifinale di andata, in trasferta su un campo caldissimo che non ha risparmiato fischi (“Non li ho sentiti”, ZZ dixit) persino al creatore della Zemanlandia rossonera. Mago Zeman è tornato. O, più probabilmente, non è mai andato via!
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