I gioielli biancazzurri in vetrina. La loro cessione serve per fiannziare il mercato
Dei 4 appetiti nelle serie superiori, Mesik è quello che ha più chance di restare
Il Delfino mette in vetrina i suoi gioielli. E dalla cessione dei prezzi pregiati della rosa si conta di ricavare i denari per finanziare il mercato in entrata. Saranno infatti Hamza Rafia, Facundo Lescano ed Alessandro Plizzari, già nei prossimi giorni, ad animare il mercato in uscita e qualcosa in realtà già si muove, a livello di sondaggi e abboccamenti. La situazione più fluida è quella del fantasista tunisino di passaporto anche francese, il cui addio è certo e che ha una valutazione di base che tocca i 2,5 milioni. Non tutti questi soldi entreranno nelle casse biancazzurre, perchè c'è da corrispondere una percentuale del 40% al precedente club proprietario del cartellino, la Juventus. Al momento è saldamente in pole il Genoa, ma ci sono altre 4 società di serie A che stanno sondando l'entourage del giocatore. Si tratta di Salernitana, Frosinone, Lecce e Sassuolo e proprio i neroverdi, che domanì parleranno a cena con la Juventus di Frattesi, rappresentano la new entry. I ciociari al momento sono in posizione di rincalzo perchè alle prese con la situazione panchina dopo i saluti di Fabio Grosso, mentre la Salernitana di Morgan De Sanctis punta ad abbassare l'esborso cash inserendo una contropartita. L'ex Vincenzo Fiorillo ed il centrocampista Edoardo Iannoni, nell'ultima stagione a Perugia, sono i profili che potrebbero interessare, ma il Pescara è fermo nella sua richiesta di indennizzo esclusivamente economico. Su Rafia in B ci sono Venezia, Catanzaro (su espressa richiesta di Vivarini) ed Ascoli, che però non possono raggiungere certe cifre e dal giocatore sono ritenute mete secondarie rispetto alle soluzioni della massima serie. Anche per il portiere Plizzari, che fino a qualche tempo fa sembrava inamovibile, si sono aperte le porte del mercato e pure in questa circostanza ci sarà da corrispondere una grossa fetta del ricavato dalla cessione alla sua vecchia società, il Milan. L'Ascoli per il post Leali, il Venezia di Antonelli e la Ternana sono dati sulle sue tracce ma la valutazione che sfiora il mezzo milione rappresenta un freno, almeno al momento, per tutte le contendenti. I lagunari (che come Pisa e Palermo puntano anche Mesik, che de 4 biancazzurriè quello che ha maggiori chance di restare), hanno due giocatori che stuzzicano Delli Carri: il centrocampista statunitense Patrick Leal, classe 2002, e il connazionale e coetaneo Jack De Vries, esterno reduce dal prestito ai finlandesi del KTP. C'è poi la vicenda Lescano. Il bomber argentino, 20 gol in stagione, ha ancora un anno di contratto col Pescara e senza un rinnovo, che non appare all'orizzonte, è destinato a salutare tutti perchè non è interesse di nessuno trattenere un giocatore di questo spessore a scadenza. Il Pescara valuta Lescano almeno 600mila euro, ora sta al lotto delle pretendenti, composto da Ascoli, Reggiana, FeralpiSalò e Ternana, fare la prima mossa. Una volta salutato il centravanti, Delli Carri si muoverà per la successione e per affiancare una prima punta di livello a Vergani, che pure piace a Zeman anche se non ha ancora dimostrato di avere quella fame che il boemo pretende dai suoi uomini. C'è sempre Spalluto in lista, insieme a Gori, ma il grande obiettivo risponde a Luca Vido, che Zeman avrebbe voluto a Pescara già all'epoca del suo primo ritorno. Il Palermo, dove la punta ha giocato nell'ultima stagione (poco in verità, appena 392 minuti distribuiti in 25 partite con un solo gol fatto), vanta il diritto di riscatto dall'Atalanta, ma non sembra volerlo esercitare e l'operazione rilancio in riva all'Adriatico alle dipendenze del maestro di Praga può seriamente essere presa in considerazione dal ragazzo e dal suo procuratore Michelangelo Minieri. Se l'Atalanta, come appare sempre più probabile, dovesse dar vita alla formazione Under 23 in C, Vido potrebbe essere trattenuto. E Gabrielloni? Ha ancora un contratto lungo col Como, dove è una bandiera, e potrebbe restare sulle rive del lago caro al Manzoni nonostante un impiego nelle ultime stagioni col contagocce.
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