I gironi di C non cambieranno anche con le riammissioni
Lo fa sapere il presidente Ghirelli
“Se il Consiglio di stato dovesse effettivamente reinserire il Campobasso, il format del campionato di Lega Pro cambierà, passando a 61 squadre. Non cambierà, invece, la composizione dei gironi. Sarà il Consiglio direttivo a definire, anche se l’auspicio è quello di rimanere a sessanta club. In generale, è necessario anticipare i tempi di valutazione dei requisiti per le iscrizioni ai campionati, ponendo un termine di pre-iscrizione con scadenza a marzo. La proposta è già pronta e sarà avanzata al prossimo consiglio federale”. Lo ha affermato il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, in un’intervista a “Italia Oggi” in vista del verdetto definitivo del Consiglio di Stato sulla riammissione del Campobasso atteso per il prossimo 25 agosto.
Se i giudici di Palazzo spada decidessero in modo favorevole ai rossoblù e anche al Teramo, ci sarebbero 62 squadre nella prossima Lega Pro: “Se effettivamente decideranno così non potrò che obbedire – ha chiosato – e, quindi, riammettere le squadre nel campionato. I gironi non cambieranno, quelli sono e quelli rimarranno”.
In questo senso, nel provvedimento di accoglimento della sospensiva, il Consiglio di Stato ha posto l’accento sul principio del merito sportivo. “È encomiabile e dimostra sensibilità sociale elevata – ha commentato Ghirelli –. Nella normativa delle licenze nazionali di Figc tale principio viene ponderato ed applicato in sede di iscrizione, introducendo una diversità di criteri. La serie C ha nel suo Dna il dato sociale. Può esplicitarlo al massimo se risponde ai criteri di sostenibilità economica. I club virtuosi fanno attività sociale, quelli instabili finanziariamente creano problemi sociali spesso drammatici. Questa è la storia dei fallimenti dei club, perdita di posti di lavoro, scomparsa del calcio nella città ove è insediato il club.
Per questi motivi – ha concluso il presidente della Lega Pro – negli ultimi anni, abbiamo rafforzato le norme affinché si desse forza al criterio della sostenibilità economica come condizione di stabilità finanziaria dei club e si consentisse, di conseguenza, il rispetto della regolarità della competizione in campo”.
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