Prima squadra

Luci e ombre aspettando i playoff

Quel che resta di Legnago

25.04.2025 08:15

Luci e ombre. Ma, come ama fare mister Silvio Baldini, meglio guardare prima il bicchiere mezzo pieno, perchè la sua squadra vive di entusiasmo e fiducia e quando ormai il momento topico della stagione è prossimo bisogna valorizzare i propri punti di forza invece di provare a migliorare aspetti che ora non possono essere più cambiati, specie se congeniti ad una rosa come quella che ha in mano. E allora fari puntati essenzialmente sulle buone notizie arrivate dal successo di Legnago, che va valorizzato ma comunque non esaltato. La vittoria esterna numero 11 dell'anno conferma il Pescara come vice squadra corsara del girone di appartenenza, dietro solo alla già promossa Entella che pure Brosco e soci hanno battuto a domicilio pur senza perdere in casa. 36 punti in 19 partite lontano dall'Adriatico sono tanta roba e peccato per qualche scivolone inaspettato e di troppo (vedi Sestri Levante, ma non solo) che in caso di epilogo diverso del match avrebbe potuto ritoccare in meglio la già positiva statistica. La buona novella principale dei 90 minuti in Veneto, però, è di certo aver ritrovato Davide Merola. Il successo lo si deve principalmente a lui, che in 2 giri di orologio ha firmato la doppietta decisiva ai fini del risultato e, soprattutto, si è sbloccato. Non segnava da oltre 4 mesi, da un'altra doppietta che però portò in dote un solo punto, quella di Campobasso nell'ultima gara del girone d'andata, e adesso che il sortilegio si è spezzato è l'uomo in più per i playoff. Resta infatti il folletto di Santa Maria Capua Vetere l'ago della bilancia dei sogni e delle aspirazioni biancazzurre, averlo ora più sereno mentalmente e in crescita sul piano fisico può rivelarsi importantissimo. Al Mario Sandrini c'è stata poi la conferma che ormai Andrea Ferraris è un giocatore determinante. Dieci reti stagionali al primo anno tra i professionisti, delle quali ben sei nell'ultimo mese e mezzo, sono un bottino da urlo, specie se rapportato ai minuti giocati e alle partite disputate da titolare. Come nell'aver aspettato Merola, insistendo nell'impiegarlo anche quando tutti lo avrebbero accantonato, anche nella crescita dell'ex Monza c'è la mano di Baldini. Il 66enne tecnico di Massa, che resta il valore aggiunto del Pescara, ha saputo far crescere e maturare il suo attaccante, senza lanciarlo allo sbaraglio quando tutti ne chiedevano l'impiego e dosandone il minutaggio per non bruciarlo. Se oggi quello che è stato l'ultimo regalo di Delli Carri prima delle dimissioni è un giocatore importante, il merito è tutto dell'allenatore. Ma veniamo alle note dolenti dell'ultimo match, che pure ci sono state. La squadra ha confermato la tendenza a non saper chiudere la partita, pur creando buonissime occasioni per farlo, e di non saper gestire il vantaggio addormentando i ritmi e tenendo palla. Si tratta di problemi noti e strutturali, che derivano dall'allestimento della rosa e dalle carenze di personalità del gruppo. La speranza è che nella maratona playoff questi aspetti siano celati da altro. Sfumato definitivamente il terzo posto, manca un solo punto per avere la certezza del quarto che consentirà, nel primo turno di competenza, di giocare in casa con 2 risultati su 3 a disposizione per staccare il pass contro la peggiore delle qualificate del girone, e nel primo atto della Fase Nazionale lo status di testa di serie, che vuole dire match di ritorno a Pescara e possibilità di passare il turno a parità di differenza reti. E per una squadra che in trasferta va molto meglio che non in casa, si tratta comunque di un vantaggio non di poco conto. 



 

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