Un saluto che racchiude 13 anni e mille emozioni
Zdenek Zeman e il suo addio forzato
Ieri è stato il giorno del passaggio ufficiale di consegne tra Zdenek Zeman e Giovanni Bucaro. Non tanto per il canonico annuncio, che è arrivato all'ora di pranzo dopo aver formalizzato le dimissioni, ma per la visita del boemo alla sua ormai ex squadra e allo staff tecnico che prende in mano le redini del Delfino. Dopo aver lasciato la Clinica Pierangeli di Pescara dove era stato ricoverato come da programma sabato scorso, mister Zeman si è presentato al comunale Ughetto Di Febo di Silvi Marina dove i biancazzurri, a porte chiuse, stavano continuando la preparazione in vista della partita di domani allo stadio Adriatico (ore 16:15) contro la Lucchese. Sdengo, alla presenza della dirigenza, incluso il presidente onorario Vincenzo Marinelli, si è intrattenuto con quelli che ha sempre definito “i suoi ragazzi”, che ha difeso nei momenti difficili e spronato anche a mezzo stampa a fare sempre meglio quando le cose stavano andando per il verso giusto, e con i suoi vecchi collaboratori, che ora ne raccolgono l'eredità. Giovanni Bucaro, vice che ora diventa capo allenatore, e Diego Labricciosa, Match Analyst che ora passa al ruolo di tecnico in seconda, lo hanno accompagnato in questo anno in sella al Delfino e sono stati per lui valenti collaboratori e preziosi punti di riferimento, soprattutto, ma non solo, nelle partite che il tecnico è stato costretto a saltare dopo la lieve ischemia transitoria accusata il 12 dicembre. Era il 27 febbraio 2023 quando Zeman inaugurò il suo terzo ciclo alla guida del Delfino, subentrando ad Alberto Colombo, senza però riuscire nell'intento di riportare il Pescara in serie B, l'anno scorso per mano del Foggia dell'ex allievo Delio Rossi, in una semifinale playoff thrilling risolta alla lotteria dei calci di rigore, ed ora a causa dello stop forzato per i noti problemi di salute. E nelle parole commosse di Zeman c'è il riferimento proprio a questo obiettivo mancato. Ma non solo a quello. Si parla anche dell'addio del 2012, pur non citandolo esplicitamente, quando lasciò una Pescara che lui aveva trasformato in Zemanlandia per tornare a Roma a guidare la squadra giallorossa, suo primo e grandissimo amore calcistico. “Mi dispiace lasciare in questo momento, ma le vicissitudini personali hanno preso il sopravvento e mi costringono a questa scelta”, ha detto Zeman. “Ero tornato a Pescara con tanto entusiasmo, spinto da un debito calcistico che volevo estinguere nei confronti di una piazza che mi ha fatto vivere emozioni importanti. Lo scorso anno siamo andati vicino all'obiettivo e speravo sinceramente che quest’anno terminasse diversamente. Lascio i ragazzi a persone capaci e in grado di continuare il percorso sportivo. Sono sicuro che con la vicinanza delle gente sapranno fare bene. Ringrazio la società che mi è sempre stata vicino, tra noi resterà sempre un rapporto di affetto e amicizia costruito nel tempo. E spero che ci faccia tornare presto a vivere altri momenti importanti”. Parole al plurale quelle di Zeman, perchè anche da lontano seguirà quella che resta comunque la sua squadra, almeno in termini affettivi. Vivrà il periodo di convalescenza a Roma, ma vedrà sempre in tv il suo Pescara che già da domani vuole rilanciarsi. Ed in caso di vittoria la dedica non potrà che essere per quel Demiurgo di Praga che farà il tifo da lontano. A guidare i biancazzurri in campo sarà Davide Merola, il fedelissimo che per infortunio ha saltato la gara di Pesaro ma che domani sarà regolarmente in campo. E forse lui ancor più di Bucaro è il segno della continuità e dell'eredità zemaniana
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