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Torreira racconta: "Ecco come arrivai a Pescara"

Il talentino sudamericano è ancora legato ai colori biancazzurri, affettivamente

06.11.2017 00:28

 Lucas Torreira e il Pescara, un rapporto che non si è rotto con la separazione.  .embed-comment-icon { display:inline-block; width:20px; height:20px; background-color:transparent; background-repeat:no-repeat; background-size:20px; background-position:center; transition:background .1s ease-in; position:relative; top:5px; background-image:url("data:image/svg+xml;charset=utf8,%3Csvg%20xmlns%3D%27http%3A%2F%2Fwww.w3.org%2F2000%2Fsvg%27%20viewBox%3D%270%200%2020%2020%27%3E%3Cpath%20d%3D%27M5%202h9q.82%200%201.41.59T16%204v7q0%20.82-.59%201.41T14%2013h-2l-5%205v-5H5q-.82%200-1.41-.59T3%2011V4q0-.82.59-1.41T5%202z%27%20fill%3D%27%2382878c%27%2F%3E%3C%2Fsvg%3E") } @media screen and (min-width: 481px) { .slyvi-news-embed-wrapper img { max-width: 250px; } }

Torreira incanta: il Pescara può ancora guadagnare grazie a lui
Roma e Siviglia farebbero carte false per assicurarselo. Valencia, Juve, Napoli e le milanesi lo seguono con attenzion...
grande ex, che in caso di cessione frutterà al Pescara una cifra di circa 1 milione in base ad accordi stipulati tra i club all'epoca del suo trasferimento, contro il Cittadella era in tribuna, complice lo stop della Serie A causa Nazionali. E quando può torna sempre volentieri in città.

Nei giorni scorsi, il baby ha rilascato un’intervista alle colonne del quotidiano La Gazzetta dello Sport nel quale ha parlato della mancata convocazione con l’Uruguay e del suo trasferimento in Italia: “Vi confesso che mi aspettavo una chiamata. Quando l’impegno della nazionale si avvicinava restavo in attesa, speranzoso. Invece niente. Forse è normale, visto che dall’Uruguay sono venuto via a 17 anni. Mi sembra quasi impossibile essere chiamato ora, senza che sia mai accaduto nelle qualificazioni, ma io continuo ad avere fede. Mio padre lavora come radiocronista e segue la nazionale. Lo farà anche ai mondiali. Sarebbe bellissimo se potesse commentare il mio esordio. Quattro ragazzi del Wanderers, dove giocavo, stavano partendo per l’Italia. Io ricevetti la convocazione e il d.s. chiese al presidente di fare un biglietto in più per me. Ora gli altri giocano in Uruguay, io sono l’unico rimasto in Italia. Vorrei ringraziare Roberto Druda. La sua famiglia mi ha trattato come un figlio”. 

Il metodista ha ripercorso i primi anni in Italia con la maglia del Pescara: “Quando sono arrivato nella Primavera del Pescara allenata dal fratello del mister Giampaolo giocavo in un ruolo alla Tevez.Oddo, spostandomi a centrocampo, mi ha cambiato la vita. Avevo sei verruche, ma in quel momento mi allenavo spesso con la prima squadra e non volevo fermarmi, così non lo dicevo a nessuno. Però era difficile persino mettere le scarpe. Un dermatologo sistemò tutto. Devo molto a Baroni, spero riesca a riprendersi”.

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