
Bucchi sfida la squadra del suo destino. E poi...
L'amicizia Foggia-Cutolo e l'abruzzese Dezi tra i motivi di interesse del recupero
Quella contro il Pescara non potrà mai essere una partita come altre per Cristian Bucchi. Oggi a mettere pepe alla sfida ci sono sicuramente le ambizioni di quarto posto del suo Arezzo, che vincendo aggancerebbe il Delfino prendendosi anche il favore negli scontri diretti dopo lo 0-0 dell'andata, ma per il 47enne tecnico nato a Roma il ritorno all'Adriatico è sempre un qualcosa di speciale a prescindere dalla posta in palio in campo. Con la maglia biancazzurra sulle spalle ha infatti chiuso la sua felice carriera da calciatore per poi intraprendere quella di allenatore. Il primo assaggio con i colori biancazzurri lo ebbe a gennaio 2011, quando arrivò per volontà del presidente Peppe De Cecco alla corte di Eusebio Di Francesco per provare a portare la squadra, allora matricola in B, ai playoff. Mese a referto un solo gol, contro il Crotone proprio nel mese di aprile, in 11 apparizioni e a fine anno decise di appendere i fatidici scarpini al chiodo, dopo aver collezionato 59 presenze e 11 reti in A, 266 partite e 90 gol in B e una marcatura in 3 uscite con la Nazionale Under 21. E proprio in riva all'Adriatico ha iniziato la nuova carriera da allenatore, prima guidando la Primavera biancazzurra e poi guidando per 9 partite il Pescara in serie A, con Bruno Nobili come tutor, non avendo il patentino per allenare in categoria, ed esordendo a Bergamo nella sconfitta per 2-1 con l'Atalanta. Non riuscì nella missione impossibile di salvare una squadra che aveva più di un piede e mezzo già in B al momento del suo arrivo a marzo 2013, ma si tolse in 11 partite la soddisfazione di bloccare all'Olimpico la Roma sul pari (1-1). Non sarà per lui la prima volta da avversario, l'ultimo precedente risale al novembre 2019 quando con il suo Empoli fu sconfitto 2-1 dal Delfino allora targato Luciano Zauri, che fu suo giocatore all'epoca della sua prima esperienza da allenatore. Più volte negli ultimi anni si è parlato di un suo ritorno sulla panchina dannunziana e prima o poi ci sarà, perchè ha ottimi rapporti con il presidente Daniele Sebastiani, colui che decise di lanciarlo, ma anche con il ds Pasquale Foggia, con il quale a Benevento nel 2019 ha sfiorato la promozione in A. Bucchi non sarà il solo amico che l'attuale direttore sportivo pescarese ritroverà oggi. Il suo omologo nell'Arezzo è infatti Aniello Cutolo, che a Pescara da giocatore ha vissuto una stagione da 28 presenze e 3 gol (la 2013-14 con Pasquale Marino allenatore, proprio l'annata successiva chiusa con Bucchi in panca in A) ma che Foggia conosce da sempre. I due sono infatti amici di infanzia. Sono entrambi nati a Napoli nel 1983, a due settimane di distanza l'uno dall'altro (l'amaranto il 19 maggio, il biancazzurro il 3 giugno) e hanno vissuto l'intera infanzia insieme nel rione Traiano, al quale ambedue restano legatissimi al punto da abbinare il proprio nome a più iniziative benefiche. C'è infine un terzo elemento dell'Arezzo per il quale la gara di oggi pomeriggio ha un sapore speciale. Si tratta dell'abruzzese Jacopo Dezi, nato ad Atri, che ha più volte sfiorato la casacca dannunziana sin dagli albori della carriera quando giocava nel Giulianova e sfidava in C l'ultimo Pescara promosso in B (fu vicinissimo nel 2021), senza mai però indossarla. Ad Arezzo è arrivato da poco proprio su richiesta di Bucchi, che lo aveva guidato in passato e che ha visto in lui il profilo di qualità ed esperienza idoneo ad aiutare la squadra nella caccia all'obiettivo playoff. Sugli spalti dell'Adriatico oggi ci saranno tanti amici e parenti, molti dei quali con il cuore diviso a metà.
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