Il nuovo Pescara reparto per reparto: l'attacco
Esterni di talento, centrali che devono avere più confidenza con il gol rispetto al recente passato
Approfittiamo della pausa di campionato in B per analizzare la rosa biancazzurra reparto per reparto. Chiudiamo l'analisi con l'attacco, dopo avervi offerto nei giorni scorsi articoli specifici su difesa e centrocampo.
Quello offensivo è il reparto che sembra convincere meno osservatori, addetti ai lavori e tifosi. Perchè? Innanzitutto perchè le prime gare ufficiali della stagione hanno sottolineato che il nuovo Pescara segna col contagocce: niente presumibile scorpacciata contro il Pordenone, club di categoria inferiore benchè attrezzato, 0 gol col Chievo, una rete al 95' a Cremona e due gol su rigore con il Livorno. Pochino, anche se le reti in campionato hanno fruttato 4 punti su sei. Il Pescara crea gioco ma fatica negli ultimi 25 metri e, quando arriva nei pressi della porta avversaria, sembra avere le polveri bagnate. Ovviamente è un problema di fase offensiva, non di attacco e attaccanti. Ma di certo serve qualcosa in più.
Soffermandoci nell'analisi solo degli interpreti offensivi, probabilmente manca il nìbomber da doppia cifra certa. O, se preferite, il centravanti che fa sognare. Monachello è partito in sordina, dietro Cocco. Deve confermare (e, possibilmente, migliorare) quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione ad Ascoli. Ma è arrivato tardi in ritiro, Pillon lo ha tenuto in naftalina - regalandogli solo spezzoni di gara al momento - in attesa di una forma migliore. Cosa che non difetta a Cocco. A sorpresa è stato lui il titolare in Coppa Italia ed è stato confermato in campionato, dopo aver vissuto una estate sui giornali come probabile partente. Ha lavorato sodo e duro in ritiro, si muove discretamente ed ha griffato due reti di rigore: gli serve l'acuto su azione per sbloccarsi definitivamente ed archiviare le ultime, tribolate stagioni connotate da un brutto infortunio che lo ha molto penalizzato. Lui e Monachello hanno sei mesi di tempo per convincere tutti: se non dovessero riuscire nell'intento, il Pescara tornerà sul mercato - con tutti i problemi del caso - per reperire un centravanti affidabile. Che non è Scamacca, una scommessa comunque benchè di talento, elemento cercato sino all'ultimo itante in estate (è certo: le smentite di rito ladciano il tempo che trovano). E Mancuso centravanti? E' l'opzione di scorta, non quella prioritaria.
Mancuso fatica come esterno puro nel 4-3-3, ma fa comunque il suo. Ed appare l'elemento con più confidenza con il gol, attualemnte. Forse renderebbe meglio da seconda punta (ha fisico, spunto, senso del gol ed altre caratteristiche idonee), ma questo comporterebbe un cambio di assetto che non pare nei programmi, se non a gara in corsa a causa delle necessità contingenti.
Suegli esterni, detto già di Mancuso, la situazione pare discreta. C'è talento, ma non esperienza. Marras, fortemente voluto da Pillon, non è giovanissimo ma al primo vero campionato importante; Antonucci è appena uscito dal settore giovanile e Capone è chiamato a crescere dopo quanto già fatto vedere. Ci sono anche Forte (l'ultimo della gerarchia, doveva salutare) e Del Sole: il talentino di proprietà Juve deve sgomitare moltissimo per trovare spazio. Ha qualità indiscusse, deve forgiarsi caratterialmente e scalzare i compagni-rivali. La sensazione è che parta molto dietro nelle gerarchie. Antonucci e Capone hanno tecnica da vendere, devono diventare più concreti (soprattutto il romanista); Marras, al di là del debutto sfortunato di Cremona, sembra affidabile e di certo si ritaglierà presenze pesanti
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