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CHI VA PIANO... NON VA DA NESSUNA PARTE

21.12.2014 14:45
È il Gran Premio delle lumache: andare piano è la regola. Sorpassi? Non previsti. Un filino di gas? Vietatissimo. "Prego, si accomodi", "No, ma si figuri, dopo di lei", "Guardi che insisto", "No, no, c'era prima lei". Ma così facciamo notte, però. Diamoci una svegliata. Il Carpi -meglio ricordarcelo, il Carpi, alzi la mano chi ad agosto lo aveva pensato lassù- sta finendo per fare un figurone perchè alle sue spalle c'è un ingorgo che neanche in certe mattine sul Grande Raccordo Anulare di Roma: dodici squadre in cinque punti. E il problema (ma è un davvero un problema?) è che non si capisce chi possa mettersi in scia. Il Bologna non è per niente il Palermo di un anno fa, il Livorno s'arrangiucchia, il Catania è perso da qualche parte e gli altri più o meno uguale. Tra promesse non mantenute e "vorrei ma non posso". Anzi, non riesco. Toh, il Pescara: concorrente perfetto di questo GP. Con l'aggravante di un equivoco che rischia di farlo andare a frantumare addosso al prossimo guard-rail. Cioè, a parte qualche guizzo di tanto in tanto, la squadra produce un calcio francamente mediocre (eufemismo?) e allora ti verrebbe da pensare che il pilota non sia quello giusto, che andrebbe cambiato, che forse non lo stanno più a sentire ma poi, come nel derby o come a Perugia, giusto alla fine s'accende una lampadina che 1) comunque ti fa muovere la classifica 2) ti lascia intendere che il pilota non è rimasto solo 3) induce chi deve prendere decisioni a riflettere: cambio o non cambio? E se il campionato va cosi lento, magari ci aspettano. Ecco, magari o magari no. L'equivoco sta lì e congela scelte e convinzioni. Fino al prossimo tornante del Gran Premio, l'unico al mondo dove chi va piano non solo non va sano (chiedete ai fegati dei tifosi) ma, soprattutto, non va per niente lontano. DANIELE BARONE, Sky Sport

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