La lezione di mister Alberto Colombo
Delegittimato ed esautorato, si è fatto da parte con grande dignità
Non si resta in Paradiso a dispetto dei Santi. Vale per tutti nella vita e vale ancor di più nel mondo del calcio. Adesso, decidete voi nella vicenda Pescara chi sono “I Santi”, se la società o i giocatori. O entrambe le componenti. Mister Alberto Colombo lascia il Pescara e lo fa rassegnando le dimissioni senza aspettare un esonero annunciato da giorni ma mai ufficializzato, nemmeno nell'immediato post Cerignola. Ci ha sempre messo la faccia, mister Colombo, con grande dignità e coraggio. Lo ha fatto anche dopo l'ultima sconfitta, arrivata al termine di una settimana difficilissima. Lasciato solo a preparare la partita della vita, quella da dentro o fuori, con già l'etichetta addosso di ex. Per tutta la settimana, infatti, ci sono state fughe di notizie su un esonero certo, con tanto di indiscrezioni assai particolareggiate sul successore, mai smentite da chi di dovere che appena una decina di giorni prima parlava in tv di “posizione non in discussione” e di colloqui per il rinnovo a marzo. Ma a marzo mister Colombo non ci è arrivato da tecnico del Pescara. Con un grande atto di dignità ha fatto un passo indietro e tolto il disturbo, ormai totalmente delegittimato agli occhi di piazza e soprattutto squadra. Ha fatto l'ennesimo favore al club, rinunciando ai soldi che gli spettavano. Prima di lui in epoca recente si erano dimessi Stroppa e Zauri, ma con modalità ben diverse anche se taluni punti di contatto nelle tre vicende ci sono. Colombo va via, da solo, prima di essere formalmente cacciato dopo che nella sostanza era già stato fatto fuori. Poteva evitare di andare davanti ai microfoni negli spogliatoi di Cerignola, ma non lo ha fatto: assumendosi ogni responsabilità si è presentato regolarmente dopo le parole del presidente che lasciavano presagire al ribaltone, pur non ufficializzandolo chiaramente e rimettendo le decisioni al ds Delli Carri. La società ha le sue responsabilità. Chiare, nette ed inequivocabili. Lo ha lasciato solo, anche nella gestione del caso Lescano che è stato l'inizio della fine dell'avventura del tecnico di Cesana Brianza, passato dall'ovazione dello stadio ai fischi e alla posizione di indesiderato nel breve volgere di 3 mesi. Scaricato da tutti, a partire dalla squadra. A giudicare dalle prestazioni senza cuore, senza grinta e senza mordente il gruppo aveva scelto già da qualche settimana, altrimenti non si spiega l'involuzione di un Pescara che al 27 novembre era a 3 punti dalla vetta con lo scontro diretto in casa per l'aggancio e che nelle successive 15 partite ha totalizzato la miseria di 13 punti, con prestazioni imbarazzanti. Quel che succede nello spogliatoio resta nello spogliatoio, come è giusto che sia. Ma è chiaro che qualcosa si era rotto nel rapporto col tecnico, non protetto da una società che non ha preso una posizione pubblica a sua difesa e tutela. Certo, mister Colombo ha le sue responsabilità. Ha perso la bussola e non ha più ritrovato il bandolo della matassa. Tra cambi di uomini e di moduli, ha sbagliato quasi ogni scelta, anche a livello di comunicazione. Nel periodo migliore, cercava sempre il cosiddetto pelo nell'uovo per spronare la squadra a crescere e migliorare, quando forse era meglio gratificare il gruppo per creare entusiasmo, e nel periodo peggiore si è spesso arrampicato sugli specchi per difendere l'indifendibile, come quando dopo il pari con l'ultima in classifica Andria, senza praticamente mai tirare in porta, ha parlato di lato positivo nel non aver preso gol da 3 partite.... Quando si va in confusione, non si ha più lucidità e la paura di sbagliare porta più facilmente all'errore. Era arrivato con grande umiltà mister Colombo a Pescara. In treno, da solo, senza essere accolto da nessuno alla stazione se non da un solo giornalista. Niente fanfare. Ed era arrivato, inutile nasconderlo, da seconda scelta, perchè anche in estate la volontà di Delli Carri era quella di riportare Zeman in riva all'Adriatico. Ma con il lavoro aveva saputo conquistare tutti, riportando un po' di entusiasmo e più gente allo stadio. Era un ripiego, che si è rivelato di lusso perchè, non va dimenticato, Colombo ha iniziato alla grandissima. E forse - paradossalmente - ha pagato anche questo, un avvio strepitoso che è andato ben oltre le più rosee aspettative e che fa leggere la situazione odierna in un determinato modo. Negativo. Se l'andamento del Pescara fosse stato più lineare, senza prepotente ascesa e violenta picchiata ma con risultati “mescolati” in un cammino più regolare, anche il terzo posto di oggi dietro le corazzate Catanzaro e Crotone sarebbe stato vissuto in altro modo. Nel calcio paga sempre l'allenatore, per tutti. E così è stato anche stavolta. Adesso, però, mister Colombo è già il passato. E dal passato arriva il suo successore. Ma di mister Colombo resterà la lezione di dignità impartita a tutti, fornita con la semplicità e l'umiltà di un uomo d'altri tempi, che si è sempre dimostrato disponibile con stampa e tifosi, senza mai avere atteggiamenti da divo, o spocchiosi o minimamente scortesi. Citando e poi parafrasando il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò: “Signori si Nasce. E Alberto Colombo, modestamente, lo nacque”. In bocca al lupo, mister!
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