Le Nozze d'Oro di Vittorio Azzarà con il Delfino
50 anni con e per il Pescara
Una lunga e felice storia d’amore e di fedeltà, una vita con e per il Delfino. Vittorio Azzarà, dirigente addetto all’arbitro del Pescara, ha iniziato il suo cinquantesimo anno al servizio del Delfino. Nel calcio moderno è difficile trovare qualcuno che possa festeggiare, come lui, le Nozze d’Oro con una stessa società. Classe 1942, è ancora in prima linea ed ha già inaugurato l’attività per la stagione in corso con la presenza a Palena in occasione dell’amichevole contro il Teramo di fine luglio e poi con tutti gli impegni successivi, debutto di Coppa Italia ovviamente incluso.
ESORDI - La sua avventura con il Pescara iniziò nel 1968-69, una stagione dopo l’ingresso nel club dell’istituzione biancazzurra Vincenzo Marinelli. «Fu proprio lui a propormi di entrare, quell’anno il Pescara era guidato in panchina da mister Gianni Seghedoni. Iniziò tutto così». Con semplicità, quasi per gioco. E dopo dieci lustri è ancora là, al fianco della società della sua città. «Ho vissuto tutte le promozioni in serie A del Pescara e anche gli anni bui»
I RICORDI - «Ho saltato solo tre gare in tutti questi anni e per motivi importanti: il matrimonio di mia sorella, la comunione dei miei figli, che ho fatto fare insieme, e la Final Four di Coppa Campioni del Pescara C5 a Madrid. In realtà ho rischiato di saltarne anche una quarta», sorride. «Nella stagione 2011-12, proprio nel giorno di Pescara-Torino, gara decisiva per la promozione nella massima serie con Zeman in panchina, ero a Roma per ricevere la Benemerenza Sportiva del Coni come dirigente di lunga militanza. Partii alle 14 dalla Capitale ed arrivai allo stadio Adriatico accolto da un boato incredibile, proprio mentre parcheggiavo. Ovviamente non era per me», sorride di nuovo. «Il Pescara era appena andato in vantaggio, gol di Insigne su lancio telecomandato di Verratti». Era il 12 maggio, la partita terminò 2-0 grazie al raddoppio di Ciro Immobile e quel successo lanciò definitivamente i biancazzurri verso la vittoria del campionato nella stagione dei record. Un dolce ricordo davvero.
IL MITICO TOM - «Ho ovviamente conosciuto ed ho avuto rapporti con tutti i tecnici che si sono susseguiti sulla panchina del Delfino. Aneddoti? Ne avrei tanti, ricordo tutti con piacere. In particolare Tom Rosati, artefice di una delle cavalcate più belle della storia di questa squadra quando arrivò la prima volta. Dalla D alla B con due promozioni di fila e due salvezze nella serie cadetta in quattro anni. Tornò anni dopo, centrando un’altra promozione in B ed una salvezza».
FOTO MUCCIANTE
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