Prima squadra

Fermana - Pescara 0 - 2

07.08.2014 22:22
Avanti a piccoli passi. Ad una manciata di giorni dall’avvio ufficiale della stagione, con l’impegno di Tim Cup, il Pescara di Baroni liquida abbastanza agevolmente la Fermana dell’ex Guido Di Fabio per 2-0 (12’pt Pucino, 27'st Bjarnason) La gara in terra marchigiana ha fornito qualche buona indicazione, ma ha innanzitutto dato conferma di ciò che già si sapeva, al netto di gambe ancora pesanti e squadra che deve ancora trovare coesione. Innanzitutto si è ancora palesata la necessità di reperire al più presto due interpreti di spessore, al di là dell’anagrafe, per cementare un reparto arretrato che necessita di rinforzi. In secondo luogo, bisognerà assemblare al meglio centrocampo ed attacco, reparti nei quali qualche miglioramento è stato percepibile ma che è ancora lontano dalla fisionomia sperata in primis dal tecnico. Da fine mese, infatti, gli avversari saranno di altro spessore rispetto ai pur volenterosi gialloblù di Di Fabio. Come da presumibile copione della vigilia, è il Pescara a fare la partita cercando sulla trequarti un fraseggio stretto che si rivela piacevole come al 5’ quando viene liberato Nielsen per un colpo di testa ravvicinato che meritava più fortuna. Marco Baroni dalla panchina guida play by play i suoi uomini, con il collaboratore tattico Andrea Bruniera che, mischiato tra i giornalisti, redige pagine di appunti. Particolarmente apprezzati alcuni movimenti offensivi, con Maniero a fungere da perno centrale e Appelt Pires a fare da metronomo, suggerendo gli inserimenti di Nielsen, particolarmente ispirato, e Lazzari, oltre ai tagli di Caprari e Politano.  La rete che apre le danze di Pucino, on un preciso colpo di testa al 12’ dagli sviluppi di un corner, è la diretta conseguenza dei perseveranti tentativi biancazzurri. Il prevalente monologo pescarese del primo tempo è un ripetersi di movimenti e giocate alla ricerca di una perfetta intesa. Poco sollecitata la difesa, anche se la sensazione generale è che possa patire quando i marchigiani cercano lo spunto tra le linee per agevolare gli inserimenti senza palla degli uomini provenienti in sovrapposizione. Il pressing alto dei biancazzurri, permette di recuperare palla alti, come chiede Baroni, e di verticalizzare immediatamente alla ricerca della porta come al 31’, quando Appelt recupera la sfera e la suggerisce per Caprari, il cui tiro termina a fuori a fil di palo. Ad inizio ripresa, girandola di sostituzioni con Baroni che cambia 4/11 (Aresti, Bjarnason, Cutolo e Scrugli), oltre a cambiare di ruolo a due interpreti rispetto ai primi 45’ (Cosic da destra al centro e Politano a sinistra nel tridente). Parte comunque bene il Delfino, con due occasioni importante che però non producono il raddoppio. I biancazzurri cercano con insistenza pressing alto e dialogo stretto, non sempre con effetti positivi, nonostante la buona volontà palesata. Particolarmente pimpante e desideroso di trovare la via della rete Ricky Maniero. Di rado il Delfino prova la conclusione da fuori, arma assolutamente da sfruttare in vista di partite bloccate. C’è spazio anche per Dettori e Melchiorri in corso d’opera, con il primo a fungere da mezzala destra ed il secondo da centravanti nei continui esperimenti estivi di Baroni alla ricerca di una fisionomia per il suo undici base. Al 27', Bjarnason fa capire di essere in campo e griffa l raddoppio al termine di uno spunto personale. Baroni subito dopo continua i suoi esperimenti: inserisce Selasi per Pucino, cambiando due pedine del suo scacchiere: Appelt diventa centrale di difesa, mentre Cosic terzino mancino. La partita perde gradualmente di mordente e vivacità, consegnandosi stancamente alle battute finali. Il Pescara, come nelle precedenti uscite, sii conferma temibile dagli sviluppi delle palle inattive, ma il rovescio della medaglia è costituito dalla difficoltà generale ad arrivare in porta con una certa pericolosità al termine di azioni manovrate. Baroni concede la passerella anche a Pogba, che rleva Politano al 37', spostando contestualmente Melchiorri a sinistra per lasciare il colosso d'ebano in posizione centrale. Gli ultimi scampoli di partita sono concessi anche a Mancini e Boldor, i più giovani della truppa insieme a Selasi. Il Delfino lascia Fermo con la medesima certezza con la quale 4 giorni prima aveva salutato Teramo: c'è tanto da lavorare. La strada da percorrere per Baroni ed i suoi ragazzi è lunga e tortuosa, ma si è solo all'inzio di stagione. Fermana – Pescara 0-2 Reti: 12’pt Pucino (P), 27'st Bjarnason (P) Fermana: Lupinetti; Del Monte (17’st Morbidoni), Cusaro, Terrenzio (25'st Agostinelli), Marini; Omiccioli, Ionni (40'st Sulpizi); Misin (1' st Fabiani), Iacoponi, Nazziconi (25'st Gibellieri); Pedalino (4' st Bracciotti). All. Di Fabio Pescara: Fiorillo (1’st Aresti), Cosic (41'st Boldor), Pucino (28'st Selasi), Appelt, Del Fabro (1’st Scrugli), Zuparic (41'st Mancini), Politano (37'st Pogba), Nielsen (18’st Dettori), Maniero (18’st Melchiorri), Lazzari (1’st Bjarnason), Caprari (1’st Cutolo). All. Baroni. Arbitro: sig. Cruciani Alessandro, coadiuvato dai signori Marcaccio e Morresi
Foto: Massimo Mucciante

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