Prima squadra

Il mistero Campagnaro

L'esperto argentino è ancora al palo

15.11.2017 00:16

"Recupera? Non recupera? E se si, quando? E quanto durerà?". Per due anni queste sono state le domande più spesso associate al nome di Campagnaro, poste dai tifosi a mezzo social e dai giornalisti ai due allenatori che si sono alternati alla guida del Pescara (Oddo e Zeman). Troppo importante l'esperto difensore argentino, con lui in campo è stata sempre un'altra musica nella difesa pescarese che, anche nei momenti migliori (vedasi l'annata conclusasi con la conquista della Serie A), è stato il vero tallone d'Achille della squadra. Campagnaro si è guadagnato in due anni la stima di tutti: serio, dedito al lavoro e carismatico, oltre che sempre tra i migliori con prestazioni doc. 

In questa stagione, tuttavia, le domande sull'argentino, dalla carta d'identità ingiallita, si sono diradate. Sino a sabato scorso, quando i cronisti hanno chiesto conto a Zeman delle condizioni del difensore. Il giocatore, che ha rinnovato il contratto in estate inoltrata (formula particolare, ingaggio a presenze), si è aggregato al gruppo il 3 agosto ma in 3 mesi e mezzo non è mai sceso in campo e di rado ha lavorato a pieno regime. Zeman, che altre volte aveva espresso lodi sull'importanza di Campagnaro anche uomo spogliatoio, ha fornito il minimo sindacale di spiegazioni. Senza sbilanciarsi sui tempo di recupero: il consueto problema al polpaccio sta particolarmente penalizzando il giocatore, ben più di quanto era lecito attendersi. Fine delle trasmissioni.

Ma forse c'è anche altro: un feeling con il club, variamente inteso, non più idilliaco. L'ex Inter aveva alcune offerte la scorsa estate per continuare la carriera, anche dalla A, ma scelse Pescara per questioni personali (non voleva "costringere" la famiglia ad un altro trasloco) ed affettive (non voleva chiudere col biancazzurro con una retrocessione amarissima). Da allora ad oggi probabilmente le cose sono cambiate. E a questo punto pensare ad una separazione consensuale a gennaio non è mero esercizio di supposizioni. E non è utopia. Si vedrà...

 

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