Ribaltone Pescara, il day after
Bene voltare pagina , ma..
A CURA DI MATTEO SBORGIA - Da ieri Luciano Zauri è virtualmente il nuovo allenatore del Pescara al posto dell’esonerato Gaetano Auteri. Il suo ritorno è al momento solo virtuale sulla panchina biancazzurra, perché il tecnico marsicano è ancora legato contrattualmente al Bologna (fino a giugno 2022) e di fatto deve prima rescindere con i felsinei per poi successivamente firmare fino a fine stagione con il club dannunziano (IN TARDA MATTINATA, DOPO LA PUBBLICAZIONE DELL'ARTICOLO, E' ARRIVATO ANNUNCIO UFFICIALE, LEGGI QUI). Lo Zauri – bis è stato voluto fortemente dal presidente Daniele Sebastiani che più volte ha riconosciuto pubblicamente come suo errore di aver accettato le dimissioni dell’allenatore a gennaio 2020. Con l’ex capitano della Lazio, gli adriatici stavano compiendo un percorso altalenante, all’inizio anche difficile ma nonostante ciò il trainer era riuscito a far arrivare la sua truppa a ridosso dei playoff in cadetteria, conferendo altresì in corso d’opera un’identità ben precisa e dunque riconoscibile. La quadra si trovò con quel 4-3-2-1 che vedeva Galano e Machin agire dietro un’unica punta, ruolo in cui si alternavano Brunori, Maniero e Borrelli. Poi qualcosa si è rotto: piccola flessione di risultati, ma soprattutto rapporti sempre più tesi con alcuni senatori dello spogliatoio. Andiamo con ordine. Memushaj, capitano anche attualmente della compagine ad esempio, (al pari di (Del Grosso, oggi vice di Zauri, e Bruno non vennero convocati per la vittoriosa sfida interna con il Pisa del 2 novembre 2019) non fu tutto rose e fiori. Tra l’albanese e il trainer ci sono stati dissapori anche a Livorno, quando il numero 8, prese male la sostituzione e non le mandò di certo a dire al suo allenatore. Era il 26 dicembre dello stesso anno e anche in quell’occasione fu vittoria. Tuttavia quel risultato positivo lasciò il segno nei rapporti tra i due, tant’è che il centrocampista non figurò tra i convocati per l’ultimo match del girone d’andata con il Chievo. Poi la storia la sappiamo tutti. A gennaio, dopo la sconfitta interna con la Salernitana, arrivarono le dimissioni da vero gentiluomo. Da lì in poi ebbe inizio il vero declino del Delfino. Legrottaglie prese il posto di Zauri e Andrea Sottil concluse la stagione centrando la salvezza ai playout con il Perugia. L’anno scorso c’è stato un altro trittico di allenatori: Oddo – Breda – Grassadonia . Insomma, da Zauri in poi è come se non ci fosse stata più pace e tranquillità per i sopracitati tecnici che si sono avvicendati. Ora Luciano Zauri è tornato. La scelta della società può anche essere condivisibile, si parla di una persona seria, di valore e valori, un tecnico propositivo, giovane e con idee. Una scossa andava data, visto che Auteri era arrivato al capolinea ormai da diverso tempo. Anzi, il suo allontanamento a nostro avviso è stato anche tardivo. Se però si considera che mancano tre partite alla conclusione della stagione e si devono disputare anche i playoff, il cambio ci può anche stare per dare una sterzata. Alla base della decisione però sono state prese in considerazione le dinamiche di spogliatoio? Ci auguriamo di si. In caso contrario, vanno affrontate e risolte(se non lo si è ancora fatto) tali situazioni che tanto hanno pesato nella sua prima esperienza in panchina. A prevalere deve essere comunque il bene del Pescara. Ci si confronti, si parli e da uomini si arrivi ad una soluzione comune e congiunta: il meglio per la squadra di questa città. Prescindere da questi aspetti sarebbe un errore oltre che un ulteriore e pericoloso passo indietro che non ci si può permettere assolutamente.
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