Fischi sul Pescara, all'Adriatico passa anche la Spal
All'Adriatico è andata così....
Che brutta maschera ha il Pescara. Facile il riferimento al Carnevale, lo stop casalingo con la Spal certifica la crisi di identità e risultati dell'undici biancazzurro.
Il pesante scivolone di Gubbio meriterebbe ben altro atteggiamento da un Pescara alle prese con una evidente crisi di identità. Della Spal si sa tutto: dalle presunte potenzialità tecniche ad una crisi di risultati solo addolcita dall'ultima vittoria con la Recanatese.
In un contesto del genere i pochi intimi dell'Adriatico sono anche troppi.
Zeman rimanda il lancio di Sasanelli, dal 1′ al centro dell’attacco conferma per Cuppone affiancato dalla novità Cangiano. Maglia da titolare in mediane per Aloi e Squizzato, solo panchina invece per l'ex Tunjov, dopo l'infortunio torna Pellacani al centro della difesa per l'ennesima rivoluzione di Zeman.
Il primo tempo regala due lampi e una marea di errori. Dopo mezz'ora di nulla assoluto, il Pescara si ritrova in vantaggio grazie all'intuizione di Aloi che pennella per Merola: difesa spallina immobile e colpo di testa vincente dell'attaccante campano.
Due minuti appena e arriva il pareggio della Spal con l'immarcescibile Antenucci che approfitta della distratta difesa di casa.
Tra uno sbadiglio e gli immancabili cori della Nord, voto 10, anche la ripresa non regala emozioni per lunghi tratti. Bisogna attendere il 20', quando Meazzi si gira bene in area ma senza trovare lo specchio della porta.
I soliti mille cambi di qua e di là ma il Pescara non riesce proprio a ritrovarsi e col passare dei minuti è invece la Spal a capire che potrebbe scapparci quel blitz che manca dalla notte dei tempi. E così, siamo al 25', l'ex mai rimpianto Maistro si esibisce in una delle specialità della casa, il tiro a giro, su cui Pelizzari è goffo nell'intervento con la palla che lemme lemme si insacca.
Chissà magari adesso il Pescara si sente pizzicato nell'orgoglio e una reazione riesce ad impostarla. Cross di Floriani, inzuccata di Cuppone e palla che si stampa sulla traversa.
In un crescendo inatteso, ancora Pescara in spinta. Galeotti frana in area su Merola, è calcio di rigore. Dal dischetto va Cuppone che calcia fuori, così tanto per non farsi mancare proprio nulla. E allora i fischi dei 3mila sono pienamente meritati, e sia chiaro sono per tutti, nessuno escluso: da Sebastiani in primis, passando per il direttore Delli Carri e il tecnico Zeman che un'impronta proprio non è riuscita a darla. Fischi, ma meno fragorosi, anche per i calciatori, i meno responsabili di un campionato a dir poco deludente.
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