Zemanlandia is coming to town
Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza....
Come i bambini aspettano Babbo Natale, gli esteti del pallone e gli zemaniani convinti aspettano il ritorno di Zemanlandia. Il tifoso pescarese duro e puro no, non aspetta proprio Zemanlandia: quel che conta per lui è che ci sia sempre un Pescara bello, propositivo, che sudi la maglia e che sia vincente. La guida tecnica è un corollario. Adesso però sulla panchina è tornato ZZ, l'ultimo che ha regalato davvero calcio champagne alla piazza (il Pescara del primo Oddo giocava bene, assai, ma nulla a che vedere coi Delfini di Galeone e del boemo). E un Pescara così, come quello visto con la Virtus Francavilla, non lo si vedeva da anni a queste latitudini. Tanti, certamente troppi anni, fatti solo di amarezze e rospi ingoiati. Per i primi 45 minuti della gara di ieri il Delfino è stato assoluto padrone del campo, indirizzando con 4 gol, un legno centrato ed almeno altre 2 occasioni non concretizzate una vittoria mai più tornata in discussione, anche se i biancazzurri hanno nella ripresa alzato il piede dall'acceleratore, pur trovando il quinto sigillo con Mora, annullato con parecchi dubbi, e subendo la rete della bandiera ospite con un capolavoro di Murilo. La rete vanificata dal fischio arbitrale è stata bellissmia, di stampo prettamente zemaniano, segnale inequivocabile che….Zemanlandia is coming to town. Again.
Nel complesso il match contro i pugliesi è stato un vero e assoluto monologo biancazzurro, anche se, esigente e perfezionista come è, Zdenek Zeman non è totalmente soddisfatto di quanto visto in campo. “Contenti al 100% non si può essere mai, dobbiamo giocare ancor di più in verticale”, è l'analisi del tecnico boemo. “Qualche giocata buona c'è stata, il secondo tempo invece è stato da buttare. E' vero che non c'erano più motivazioni, ma abbiamo fatto male. Non è ancora il Pescara che voglio, si può anche peggiorare ma noi dobbiamo migliorare in entrambe le fasi". Ed ha ragione. In tre settimane questo Delfino ha fatto passi da gigante, tornando ad essere una squadra, che oltretutto gioca a calcio, e non la pallida ombra di se stesso come nell'ultimo scorcio dell'avventura di Colombo. C'è stato innanzitutto un cambio di mentalità. Ora il Pescara propone calcio, tiene alta la difesa, aggredisce la palla per una riconquista rapida del pallone, prova a verticalizzare di più (anche se potrebbe farlo ancora meglio) e soprattutto corre. La tenuta fisica è una buona notizia, ma qui i meriti vanno chiaramente suddivisi con Colombo e col suo staff: ai playoff una condizione atletica importante è una base fondamentale per sognare in grande. E questo Pescara può farlo, perchè non ci sono agli spareggi le cosiddette “squadre ingiocabili”. Non lo è il Crotone, che è assai forte e quadrato ma che potrebbe essere anche buttato fuori perchè non è il Catanzaro schiaccasassi e macina record. E non sono “ingiocabili” le altre squadre provenienti dai raggruppamenti A e B di Lega Pro. Se questo Pescara cresce e continuerà a farlo bene, qualche grande soddisfazione - sconguiri a parte - potrebbe davvero arrivare……
Servono però conferme, perchè gli ultimi 180 minuti fanno testo sino a un certo punto. A Catanzaro si è affrontata una squadra ebbra di gioia, distratta dalla festa e senza più motivazioni, che non ha poi giocato davvero per vincere come ha sempre fatto; il Francavuilla invece è la squadra di tutta la Lega Pro ad aver il peggior rendimento esterno, ha beccato 2 gol in meno di 14 minuti all'inizio e non è mai entrata in partita per davvero se non sul 4-0, quando i biancazzurri fisiologicamente hanno mollato la presa, gestito le energie e giocato con il pilota automatico. Dunque, i (grossi) meriti del Delfino si inconyrano, fondendosi, con i demeriti altrui, certamente meno ampi e importanti ma pur presenti più che in altre circostanze.. I motivi di ottimismo in casa Pescara, però, ci sono e sono parecchi.
Ad esempio a griffare la vittoria di ieri ci hanno pensato, con due reti a testa, Facundo Lescano – che ha centrato il record personale di gol in carriera e la quarta doppietta stagionale, terza con Zeman in panca con cui ha fatto 7 gol in 6 partite – e Davide Merola, il pupillo del boemo, ma grandi meriti per il calcio spettacolo espresso vanno ai due uomini di maggior qualità della rosa, Hamza Rafia e Aristidi Kolaj. Il primo una settimana fa era stato paragonato da Vivarini a Zidane e ieri ha confermato di essere un giocatore di categoria superiore. Serve andare in B anche per tenerselo stretto, perchè senza salto di categoria è destinato a partire. E di “Zizou” Rafia ciò che stupisce sono i margini di miglioramento che ha. Incredibilmente ampi, sviluppabili soprattutto con e da ZZ. Kolaj dopo mesi quasi da separato in casa si è ripreso la scena con prestazioni d'autore e si è totalmente immerso nuovamente nel progetto biancazzurro. Doveva salutare, esubero del maxi attacco pescarese, per andare a Crotone ma all'ultimissimo secondo (e non per modo di dire) il suo trasferimento è saltato. Ed ora è titolare. Sta crescendo assai, Kolaj, ma può crescere ancora di più. Tiene ancora troppo palla ed è un filino egoista, ma se dovesse limare queste lacune farebbe diventare il Pescara davvero inafferrabile. Chi può vantare in C un quartetto come quello biancazzurro, formato da Kolaj-Lescano-Rafia-Merola? Nessuno crediamo…. Ladies and gentleman, Zemanlandia is really coming to town……
Commenti