La missione di Oddo: “Preparare giovani per il futuro”
Massimo Oddo è stato ufficialmente presentato. Sarà lui a guidare la Primavera biancazzurra, non per vincere il campionato – la squadra è giovanissima e sotto età per la categoria – ma per preparare elementi che potranno essere utili alla prima squadra. Il serbatoio, è noto, rappresenta una risorsa fondamentale per i club come il Pescara.
Oddo è al secondo anno da allenatore. “Ho iniziato l’anno scorso con gli Allievi Nazionali del Genoa e mi è piaciuto molto, ma non so dire se sarà questo il mio futuro. Sarà il tempo a dire se sono bravo e se potrò diventare un tecnico vero. L’esperienza a Genova mi ha insegnato molte cose, e fatto capire soprattutto quali delle mie idee da calciatore potevano essere trasferite in questo nuovo ruolo. Ora ho la possibilità di lavorare a casa, dopo 22 anni da girovago”, dice con un sorriso. Diciotto anni dopo la fine dell’esperienza di papà Franco sulla panchina dei grandi, un altro Oddo entra nel club biancazzurro. “Lavoro nella mia città, almeno non pago l’affitto”, scherza. Dice di aver imparato tanto da tutti gli allenatori avuti, in particolare da Ancelotti, Malesani e Novellino. «Quello che mi ha lasciato qualcosa in più, però, è stato Delio Rossi», un altro ex pescarese.
Le sue idee calcistiche non sono dogmatiche. “La mia idea è quella di valorizzare questo vivaio e di tirare fuori le qualità dai ragazzi, creando empatia con il gruppo. Sono uno che preferisce adattare il modulo ai giocatori e non viceversa. Non conta il sistema di gioco, contano la mentalità e la filosofia oltre all’organizzazione. Preferisco una squadra composta da 11 elementi e non una squadra formata da 10 elementi + 1. A meno che quell’uno non sia Maradona…”, scherza di nuovo. “Il sistema di gioco dovrà di fatto esaltare i singoli. Lavorerò a stretto contatto con Baroni, la finalità del settore giovanile deve essere quella di poter fornire giocatori alla prima squadra . Con il mister parlerò a breve, è stato impegnato con il ritiro. Nel settore giovanile conta formare i ragazzi, non il risultato. Vincere è relativo, l’importante è tirare fuori le qualità dei ragazzi a disposizioni e svilupparle“.
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