
Il miglior Merola + Provvidenza Ferraris per volare
E Arena terzo moschettiere del tridente?
Il paradosso Merola e la rivelazione Ferraris. Il Pescara per sognare in grande deve riuscire a trovare il modo di far convivere il suo top player da ritrovare e l'inaspettato uomo della Provvidenza, vale a dire le due facce della medaglia biancazzurra in una stagione in altalena che si spera di coronare con il traguardo più bello. Davide Merola sta vivendo una stagione complicata. L'aver saltato tutta la preparazione estiva in gruppo dopo l'operazione per risolvere i problemi di pubalgia sta avendo un peso enorme sulla sua annata. Ha saltato le prime 3 gare, per poi gradualmente assaggiare il campo e veder crescere il suo minutaggio all'interno di una squadra che aveva già trovato la sua quadra e stava volando. Dai 18 minuti con la Pianese alla quarta giornata ai 58 con l'Ascoli, ultima presenza prima dello stiramento alla coscia che lo ha tenuto ai box nelle ultime 5 gare, il folletto di Santa Maria Capua a Vetere ha messo insieme 24 partite, ma mai una partita intera se si eccettua lo 0-0 interno con la Ternana subito dopo il giro di boa del torneo. Pur con un impiego non costante, talvolta utilizzato come falso nueve come a Campobasso, quando da subentrante ha segnato le ultime due reti prima del digiuno (mai nella sua esperienza biancazzurra era stato così tanto tempo senza timbrare il cartellino, ben 13 turni), è stato a lungo il capocannoniere del Pescara con 6 reti, tutte firmate nel girone d'andata e score migliore rispetto a quello della scorsa stagione, quando nella prima metà di campionato mise a referto 4 reti pur giocando tantissimo e sempre da titolare. Poi nella seconda parte di torneo siglò 13 gol, a renderlo un uomo mercato rimasto alla fine a Pescara essenzialmente per i problemi fisici che hanno fatto desistere le concorrenti. Quest'anno, una volta recuperato, doveva essere l'uomo in più, quello in grado di far fare il salto di qualità definitivo alla truppa e invece ha messo insieme il 40% dei minuti totali, dei quali solo il 41% da titolare, avendo una partecipazione ai gol di squadra del 15%, tra reti fatte e propiziate (1 assist). E, casualità assai curiosa, senza di lui il Pescara ha fatto decisamente meglio rispetto a quando lui era in campo, tra ascesa prepotente iniziale e risalita attuale della china. Diametralmente opposto il contributo dell'autentica sorpresa stagionale Andrea Ferraris, che mister Silvio Baldini da buon padre di famiglia sta facendo crescere al meglio, dentro e fuori dal rettangolo verde. L'ex Monza, al primo anno tra i pro, è il capocannoniere biancazzurro con 8 marcature (5 da subentrante) in 29 presenze delle quali solo 7 da titolare. Va in rete ogni 147 giri di lancette in campo ma quel che stupisce è il peso specifico del suo apporto alla causa: ha giocato il 41% dei minuti, in pratica come Merola, ma di solo il 22% da titolare, e vanta il 22% di partecipazione alle reti messe a segno dalla squadra perchè conta anche due assist forniti. Ha totalizzato 1.100 minuti in meno di Cangiano, 120 in meno di Bentivegna e persino 58 ancora in meno di Vergaoi che a gennaio ha salutato Pescara. Oggi sembra essere lui, l'ultimo regalo del ds Daniele Delli Carri prima delle dimissioni, il vero imprescindibile di un attacco biancazzurro che con il vero Merola in campo potrebbe diventare inarrestabile. Ma chi sarebbe il centravanti? Tra i litiganti Alberti e Tonin il terzo moschettiere nel rush finale potrebbe essere il Golden Boy Antonio Arena, che per capacità di attaccare la profondità e aprire spazi, oltre che per spiccato senso del gol, sembra il complemento ideale di un tridente tascabile ma potenzialmente esplosivo.
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