Non far diventare l'Adriatico un tabù
Non si vince in casa da agosto. Ora doppio turno interno
Fattore campo assolutamente da sfruttare per cullare sogni di gloria. Eppure in questo avvio di campionato l'Adriatico non è stato un alleato del Delfino, che è andato meglio lontano da casa. Finora infatti i biancazzurri hanno ottenuto 8 punti fuori casa in 4 gare, bottino discreto a confermare al momento l'imbattibilità esterna della truppa, mentre in casa la squadra ha raccolto appena 5 punti, frutto di una vittoria all'esordio, due pareggi e una sconfitta (quella dei veleni contro la Reggiana). Allargando però il computo degli incontri interni alla Coppa Italia, le vittorie salgono a 3 dovendosi sommare alla vittoria con l'Ancona Matelica in extremis anche quelle colte contro Olbia e Grosseto. L’avventura era dunque iniziata benissimo con il successo al debutto contro l’Ancona Matelica al termine di una prestazione convincente che in proiezione lasciava presagire un cammino in discesa. Ma da allora, era il 28 agosto, sono arrivati all'Adriatico 2 pareggi e un ko. Dunque, da oltre un mese e mezzo non si vince in casa. Inutile ribadire che una squadra che vuole vincere il campionato non possa permettersi questo lusso.
Ora, dunque, bisogna invertire assolutamente il trend, sfatare quello che può diventare un tabù e l’occasione è offerta dal doppio turno casalingo consecutivo e ravvicinatissimo contro Fermana (sabato alle 17,30) e Modena (martedì ore 21).
Interessante il confronto con il passato proposto da Il Centro nei giorni scorsi. Ecco quanto riportato dal quotidiano abruzzese in tal senso: "Prendendo in considerazione solo i rendimenti del Delfino in terza serie, per trovare un cammino peggiore nelle prime 4 partite interne bisogna tornare indietro di 53 anni. Stagione ’68-69, in panchina c’è Gianni Seghedoni, sostituito nel corso del torneo da Mario Tontodonati, e i biancazzurri collezionano 4 pareggi in 4 gare casalinghe. Da allora il Pescara partecipa ad altri dieci campionati di C e le partenze risultano sempre migliori rispetto a quella attuale (calcolo con 3 punti a vittoria, fino al ‘94 ne valeva 2). Nel ‘69-70, l’undici di Tontodonati (poi rimpiazzato da Francesco Capocasale) in avvio in casa colleziona 6 punti, l’anno successivo 8. Addirittura, anche nel ’71-72, quando retrocede in serie D, la squadra allenata dal tandem Vitaliano Patricelli-Ezio Falini (poi da Renato Tofani) inizia meglio di quest’anno (9 punti). Si passa al ’73-74 con Tom Rosati che riporta in B il Delfino partendo con due vittorie e altrettanti pareggi all’Adriatico (8 punti). In questa fase, prende il via il periodo d’oro del Pescara che in pochi anni conquista due promozioni in A (la prima assoluta nel ’77, poi nel ’79). Nell’82 la squadra precipita di nuovo in C, ma torna Tom Rosati ed è risalita immediata tra i cadetti (‘82-83, 7 punti nelle prime 4 gare in casa).
I tifosi pescaresi rivedono la terza serie nel 2001-02 e 2002-2003 con Ivo Iaconi che al secondo tentativo ottiene la promozione (in casa, nelle prime 4 gare, rispettivamente 7 e 10 punti). Meglio del Pescara attuale fanno anche la squadra di Franco Lerda nel 2007-08 (6 punti) e l’anno seguente quella di Nanu Galderisi (10 punti) che gioca le partite casalinghe a Vasto. Infine, 2009-10, l’en plein di Antonello Cuccureddu che comincia la stagione con 4 successi di fila all’Adriatico, ma dopo qualche mese Eusebio Di Francesco lo sostituisce e conquista la promozione".
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