Ferraresi: "Zeman era e resta la miglior garanzia possibile. E..."
L'opinione
“Zeman era e resta la miglior garanzia possibile. Servono solo tempo e pazienza”. Fabio Ferraresi, ex centrocampista biancazzurro, non ha dubbi: bisogna aspettare che il grosso lavoro di questo periodo di preparazione dia i suoi frutti. E non devono suonare già campanelli d'allarme. D'altro canto è presto per fare qualsiasi tipo di bilancio, anche se le ultime due uscite hanno fatto storcere il muso ai più. E di certo non ha aiutato un primo scorcio di stagione poco allenante con 4 amichevoli contro i dilettanti. “Zeman ha sempre fatto così”, obietta Ferraresi, “anche a ragione secondo me. Partire con squadre non di livello durante i primi 20 o 30 giorni massacranti di lavoro è un bene, perchè se vai a giocare subito con avversari attrezzati, sul tuo stesso piano o anche superiore, e prendi delle imbarcate a livello inconscio può far subentrare qualche dubbio in un gruppo, soprattutto in uno giovane come questo. Ti chiedi se sia colpa del lavoro o se sei scarso. Ed io so per esperienza diretta che le sedute estive con il mister sono tremende, ancora oggi ho dolori da tutte le parti al mattino”, aggiunge col sorriso. Ferraresi con Zeman ha lavorato ad Avellino nel 2003-04, ormai 20 anni fa. “Non è cambiato da allora. A breve andrò a vederlo lavorare sul campo, non sono ancora andato ma mi sono ripromesso di farlo a breve, ma quello che traspare anche in tv è che sia sempre lo stesso. Ha grande personalità e grande carisma, i ragazzi lo ascoltano come fosse un santone ed in effetti lo è, nel senso buono del termine ovviamente. Avrà perso qualcosa nella mobilità e nel dinamismo durante l'allenamento, perchè anche lui sta invecchiando, ma ha uno staff competente e giovane. Labricciosa e Bucaro faranno più lavoro sporco, ma già avere il mister in campo è tanta roba davvero”. Eppure le indicazioni avute dai due test più probanti di questo precampionato (la Coppa Italia contro la Reggiana e il Memorial Serra contro il Pineto) lasciano pensare che a questo Pescara servano più rinforzi: dove si deve intervenire? “C'è un direttore abile e competente come Delli Carri che, in accordo con Zeman, saprà dove e come intervenire”, risponde Ferraresi. “Al di là dei nomi, credo che questa squadra per fare qualcosa di importante debba avere qualche elemento più anziano, non perchè i giovani non bastino ma perchè la storia insegna che in serie C per fare un campionato di vertice ci vogliono assolutamente quattro o cinque giocatori esperti, che abbiano già più tornei importanti sulle spalle, che trascinino gli altri e gli insegnino il senso del dovere, la metodologia del lavoro, il rispetto delle regole ed anche il senso di appartenenza. Giocare nel Pescara non è come giocare con altre squadre, con tutto il rispetto per i club più piccoli in categoria”. Serve insomma un mix tra giovani di talento e giocatori più maturi come avvenne nella Zemanlandia biancazzurra 2011-12, dove c'erano i senatori Sansovini, Gessa, Zanon e Cascione a trainare un gruppo di grandissimi prospetti capeggiato da Insigne, Immobile e Verratti. “Ma fenomeni come quei tre tutti in una stessa squadra di provincia li vedi una volta ogni 100 anni”, sentenzia Ferraresi. “In questo Pescara ci sono tanti giovani interessanti e validi. E concordo con il presidente Sebastiani, questi ragazzi vanno aspettati. Sono tutti bravi, ma molti si affacciano per la prima volta in una realtà come Pescara. E non dimentichiamoci che giocare nelle categorie inferiori o nei settori giovanili è ben diverso rispetto a quando giochi in squadre che devono fare bene e in partite dove ci sono sempre in palio punti pesanti”.
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