Sorbello: "Bellissimi ricordi a Pescara, grande calcio e grandi tifosi"
"Salire in serie A, fu una grandissima soddisfazione"
Non troppi tifosi ricordano Orazio Sorbello, centravanti di scorta del Pescara che centrò la sua seconda promozione in serie A con Gianni Galeone alla guida. Eppure il suo apporto, in una squadra dove Pagano, Allegri, Massara e Bivi rubavano la scena a tutti gli altri, fu assai importante. Per alcuni versi decisivo. A distanza di tanti anni, Sorbello ha raccontato la sua esperienza biancazzurro a Il Nobile Calcio in una lunga intervista dove ha ripercorso tutte le tappe della sua carriera. Vi riproponiamo gli stralci dell'avventura pescarese:
-Nel 91′-92′ l’esperienza di Pescara. Forse una delle annate più belle della sua carriera in termini di risultati.
Ho un ricordo bellissimo di quell’anno. In panchina c’era Galeone, giocavamo col 4-3-3 e si giocava un calcio spettacolare, una meraviglia. Giocavo con Massimiliano Allegri che metteva palle sui piedi da 50 metri, poi Ricky Massara e Pagano che erano due schegge. Bivi era la punta centrale, mentre la riserva era Monelli. Quest’ultimo si fece male ad inizio campionato e il direttore Pierpaolo Marino, che avevo avuto ad Avellino, mi chiamò per sostituirlo. Mi disse che c’era da fare un po il ”part-time” vista la concorrenza, ma che mi sarei ritagliato il mio spazio. Accettai assolutamente e per come andò alla fine sono contento di aver fatto quella scelta. Arrivammo secondi e riuscimmo a salire in serie A, fu una grandissima soddisfazione.
-Pur giocando poco ebbe modo però di mettere anche a Pescara il suo zampino sulla promozione.
Si, segnai infatti 4 gol che risultarono decisivi a fine anno, poi la promozione fu una grande soddisfazione davvero perchè l’abbiamo stra meritata sul campo giocando benissimo a calcio. Sono dell’idea che quando una squadra gioca bene a calcio alla fine porta a casa i risultati. Ho ancora oggi un grande ricordo di Pescara, della città e soprattutto dei tifosi molto passionali nei confronti della squadra.
-Con l’annata di Pescara si conclude un cerchio, perchè poi a fine anno ci fu il grande ritorno ad Acireale. Come avvenne questo ritorno 12 anni dopo?
Dodici anni dopo, esattamente. Questo ritorno avvenne in maniera anche un po' casuale e particolare. Mi viene da sorridere perchè a dire la verità stavo andando a firmare col Monza che mi offriva un biennale, ma in aeroporto incontrai per caso Rapisarda e Barbagallo che durante il tragitto mi fecero cambiare idea e mi convinsero a sposare il progetto granata. Praticamente se avessi preso un altro volo quel giorno la mia carriera avrebbe avuta un’altra destinazione e forse non avrei mai avuto modo di tornare ad Acireale, chissà. Il destino mi ha riservato questo ritorno nell’annata forse più bella per il calcio acese.
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