A CESENA BRILLO’ UNA STELLA
Un numero davvero particolare ed interessante di "I like football", la rubrica di Sergio Di Sciascio per PescaraSport24. Cesena, Pescara e un calciatore che sembrava destinato ad una grandissima carriera ed invece....Buona lettura!
Sette anni di differenza, medesimo ruolo, quisquilie a parte, germogliati nell’identico grembo biancazzurro. Marco, per intenderci Verratti, sta entusiasmando italiani, francesi e appassionati di calcio di tutte le latitudini, mentre Andrea, per intenderci Carozza, si diverte il lunedì con “Quelli della notte”, sicuramente in buona compagnia, con Andrea Camplone, Mauro Esposito, Franco Marchegiani, Massimo Epifani e Alessandro Del Grosso. Eppure al loro apparire sulla scena calcistica entrambi palesarono straordinarie qualità. Verratti ebbe la fortuna di incrociare prima Di Francesco poi Zeman e un gruppo dirigenziale con tutti i crismi. Al Pescara e quindi a Carozza il destino riservò invece una società in pieno declino, fresco presidente Dante Paterna, cui nell'estate del 2004 il gruppo Scibilia-Oliveri passò la proprietà del Delfino, avviando un lungo periodo di crisi, culminato con la retrocessione in C1 nel 2006-07.
Per i calciofili, di fede bianconera, una stagione che vide la vecchia signora indaffarata nei campi della serie B, per gli effetti dello scandalo Calciopoli. Insieme ai bianconeri figuravano nel tabellone sodalizi titolati come Bologna, Napoli, Genoa.Focalizzandoci sul presente e proiettandoci alla sfida di venerdì tra Cesena e Pescara, vi chiederete, quale il significato di quanto sopra? Presto detto: per il sodalizio biancazzurro quella del 2006/2007 si trattò di una stagione travagliata, conclusa all’ultimo posto, con quattro allenatori shakerati, Ballardini, Ammazzalorso, e la coppia De Rosa - Vivarini, e gli score legati alle 42 partite, quanto di peggio la fantasia potesse concepire. I numeri, quelli naturalmente negativi, tutti appannaggi del Pescara. Punti, vittorie, sconfitte, reti fatte e subite. Le reti fatte, l’unico primato sottratto al curriculum biancazzurro: 36 contro i 34 del Verona.
Dimenticavo: in questa sorta di Waterloo anche il maggior numero, 36, di giocatori impiegati. Ancora nessun chiarimento pervenuto - la vostra possibile osservazione. Ci siamo: l’unica formazione che il Pescara superò nel computo dei punti conquistati a duello, 4 a 1, fu il Cesena. Al Manuzzi, 4^ di andata, fu pari 3-3, mentre al ritorno successo del Pescara all’Adriatico per 1-0, marcatore Vantaggiato. In Romagna alla ribalta della cronaca salì il "nostro" Andrea Carozza autore di una doppietta. ” Una grossa occasione sciupata. Eravamo in vantaggio per 3-1 fino al 29’ del 2° tempo. Fui bravo a infilare Turci con due mie punizioni. Quando sembrava ormai fatta, Castori indovina le due sostituzioni e proprio Piccoli e Virdis prima accorciano l’handicap e poi pareggiano. Ricordo che l’iniziale rimonta cesenate fu opera di Graziano Pellè, attuale punta centrale degli azzurri di Conte”. Inizia così un amarcord di Carozza, che ho incontrato nella riviera di Pescara insieme al suo piccolo Tommaso.
”Il gol non era una mia specialità - quelli di Cesena furono i primi da professionista - ma sui calci di punizione spesso vedevo la porta. Sicuramente fu una delle partite che ricordo più delle altre. Un sabato trascorso anche con la fascia di capitano a solo 21 anni. Ancora più emozionante vedere il giorno dopo la classifica cannonieri, secondo alle spalle di Trezeguet”. L’approccio di Carozza con il calcio nell’Adriano Flacco e a sedici anni Cetteo Di Mascio, cui resta legato, lo volle nella Primavera del Pescara. Mentre Verratti iniziò da trequartista, per poi arretrare la posizione, Carozza diede subito la preferenza a quella davanti alla difesa. Per lui la stagione 2006-07 pareva quella del decollo definitivo nonostante le disavventure societarie, mentre in quelle precedenti i giovani venivano tenuti in scarsa considerazione preferendo i giocatori cosiddetti più esperti. Proprio l’esigenza di corroborare le casse biancazzurre impose a gennaio il suo trasferimento al Bari. Nel frattempo si era presa la soddisfazione di mettere a segno la terza imprendibile punizione nella trasferta di La Spezia, pallone sotto l’incrocio dei pali della porta ligure difesa da Santoni. Nel capoluogo pugliese due le stagioni, di non particolare contenuto, dove trova in panchina prima Giuseppe Materazzi e poi Antonio Conte. "Con lui un buon rapporto e venivo quasi sempre utilizzato”. Il sodalizio con l’attuale tecnico della nazionale s’interruppe nella stagione 2008-09, e mentre i galletti approdarono in A, per Carozza iniziò la serie di prestiti: Pistoiese, Sambenedettese, Barletta. Quella pugliese l’ultima tappa. Naturalmente non può sfuggire e stupire che Andrea ha appeso le scarpe al classico chiodo all’età di 25 anni e tutti i "ma perché?" sono legittimi. Per lui non fu un sacrificio. Anche perche per proseguire avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento al ginocchio danneggiato nel corso di una partita con il Barletta. Andò così, scelte di vita, e di ragione, di chi quasi dieci anni fa esultava al Manuzzi e disegnava i suoi sogni, con cambi di gioco e punizioni.
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