1 Gennaio – 31 Dicembre 2013, un anno in biancazzurro
Il 2013 è stato un anno delicato in casa Pescara. Si era aperto nel migliore dei modi, con una splendida vittoria a Firenze che lasciava presagire ad un girone di ritorno in Serie A di ben altro tenore. Ed invece, la vittoria in terra toscana resterà a lungo l’unica dell’intero anno.
Il mercato di gennaio porta in dote Sculli, Zauri, Sforzini, D’Agostino, Caraglio, Rizzo, Kroldrup e Bianchi Arce, lasciando insoddisfatta piazza e tecnico (Bergodi). Nulla, però, poteva far immaginare al popolo biancazzurro il calvario imminente. Dalla debacle di Genova sponda Samp a quella sempre in Liguria, ma sponda rossoblù, che sancisce l’aritmetica retrocessione, il cammino del Delfino è stato costellato da una serie incredibile di record negativi. Nel giro di pochi mesi, dalla cavalcata zemaniana alla discesa negli inferi della B, sembra tutto un vero incubo sportivo. Il terzo cambio di panchina, che porta alla promozione di Bucchi, non porta gli effetti sperati e ci si appresta a vivere un’estate calda per progettare il rilancio.
La chimera Zeman tiene banco per settimane, ma sarà Pasquale Marino l’uomo designato per la rinascita pescarese. In un caldo giorno di giugno, il tecnico di Marsala conosce la sua nuova gente. Tanti tifosi lo accolgono a braccia aperte. C’è voglia di ripartire, lasciandosi dietro le spalle la sciagurata annata agonistica da poco conclusa. L’amore per i colori sociali è un dogma in città. Nulla può scalfire la passione del popolo pescarese. Della vecchia rosa restano in pochi: salutano uomini importanti, da Zanon a Togni, e quasi tutti gli stranieri portati da Delli Carri, anch’esso giunto ai saluti. La nuova era porta la firma di Giorgio Repetto, tornato in società con ruolo operativo, e Guglielmo Acri, già nei ranghi dirigenziali ma con meno poteri.
La nuova armata biancazzurra si raduna il 10 luglio, con destinazione Rivisondoli per il ritiro estivo. La rosa è praticamente fatta, in seguito arriveranno i soli Belardi e Mascara e saluteranno – non senza polemiche per tempistica e modi dell’addio – Cascione e Bjarnason. L’estate regala un Pescara-spettacolo nelle amichevoli di lusso disputate (Monaco, Livorno, Trofeo Colombino) e nelle gare ufficiali (Torino in Coppa Italia) e si chiude con la vittoria nella prima giornata di campionato tra le mura amiche contro la Juve Stabia.
Sembra preannunciarsi un’annata trionfale, ma per due mesi il Pescara balbetta. A lungo, il successo contro le vespe di Braglia resta l’unica gioia tra pareggi e sconfitte. Si cambia modulo, passando dal 4-3-3 al 3-4-3, e, nonostante i rumors, la società ribadisce fiducia incondizionata a mister Marino. Il gruppo è sano, rema unito nella medesima direzione e la squadra ingrana. Dopo la debacle interna contro il Latina, dalla trasferta di Reggio Calabria in poi la squadra, trascinata da Maniero e Ragusa, inanella una serie positiva di 10 risultati utili consecutivi, conquistando 26 punti sui 30 a disposizione (8 vittorie e 2 pareggi). E’ la svolta. Il Pescara si rilancia prepotentemente in classifica e cede le armi solo nell’ultimo match dell’anno contro l’Empoli.
Non sono solo gioie, però. Il 24 Novembre giunge la notizia più brutta. Vincenzo Zucchini, il Capitano dei Capitani, lascia la vita terrena. Non ci sono parole per esprimere il dolore, anche a distanza di settimane ormai. La società decide di ritirare il suo Numero 4. Da lassù, Vincenzo continuerà a guidare i suoi ragazzi. Che faranno di tutto nel 2014 per dedicargli il traguardo più grAnde.
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