La prova del nove
A Pontedera a caccia di punti e conferme
Se il peggio sia ormai alle spalle oppure no lo capiremo solo domani. Ma quel che è certo è che il successo al fotofinish sul campo dell'Entella è un qualcosa di più di un semplice brodino per un ammalato. Il Pescara che ha sbancato Chiavari, tornando alla vittoria dopo 40 giorni di astinenza, Coppa Italia a parte, ha infatti dato concreti segnali di ripresa, in primis per la tenuta mentale della truppa. E pazienza se sul piano squisitamente estetico la prestazione non sia stata scintillante: dopo soli 5 punti totalizzati nelle ultime 8 partite era fondamentale solo tornare a vincere, perchè nel calcio i risultati solo l'unica vera medicina in grado di guarire un ammalato. Il resto arriverà con il tempo. I tre punti conquistati con ardore in Liguria hanno un peso specifico enorme e possono davvero essere il punto di una nuova partenza per un Pescara che ha saputo impugnare più la sciabola che non il fioretto e che ha dimostrato di possedere una capacità di soffrire che finora non si era mai vista. Incassare la rete del pari sui titoli di coda del secondo tempo poteva essere una mazzata tremenda per i biancazzurri, che invece nel momento migliore della squadra di casa hanno saputo stringere i denti e piazzare poi in pieno recupero la zampata vincente, grazie all'asse Masala-Franchini. In altre circostanze l'undici zemaniano si sarebbe disunito, rischiando di perdere una partita che, pur non facendo nulla di trascendentale, aveva comunque gestito bene, facendo vedere caratteristiche insospettabili ma che evidentemente fanno comunque parte del patrimonio genetico della squadra, pur non essendo caratteri dominanti: la capacità di adeguarsi ad una partita sporca e di interpretarla con una sagacia tattica che un gruppo giovane e in involuzione si pensava non avesse nel suo bagaglio. Ma c'è anche dell'altro: si è avuta la conferma che Plizzari è un top player per la categoria, di certo il miglior portiere di tutta la serie C, che Pellacani è un uomo ormai recuperato e sul quale si può fare affidamento, che Cuppone per caratteristiche e spirito di sacrificio è per Zeman imprescindibile e che il Delfino riesce a dare il meglio quando può giocare negli spazi, attaccando la profondità e verticalizzando subito l'azione. E' stato comunque un Pescara pratico, che ha badato più alla sostanza che non all'estetica, grazie anche alle intuizioni del suo condottiero in panchina sia per quanto concerne le scelte iniziali sia per quelle in corso d'opera. Sdengo si è dimostrato pragmatico e non dogmatico, non tanto per il cambio Merola-Brosco negli ultimi 2 minuti di recupero, conservativo ma comunque arrivato anche per far trascorrere le lancette, ma più in generale per come ha impostato una gara difficile (un cambio conservativo, oltretutto, non è una novità assoluta nella quarantennale carriera di Sdengo: ricordate ad esempio la sostituizione Martin-Sansovini contro la Juve Stabia in casa nel 2011-12?) Ovviamente non sono state tutte rose e fiori al Comunale di Chiavari. Tralasciando gli aiuti della Dea Bendata che si è palesata assumendo le fattezze delle due traverse centrate dai liguri (fortuna e sfortuna fanno parte del gioco e alla lunga si pareggiano nel corso di una stagione), il Pescara ha confermato ancora una volta di non riuscire ad azzannare la partita quando può e quando deve, mancando di concretezza e cattiveria sotto porta. Domani a Pontedera ci sarà la prova del nove. Il Delfino ha bisogno di punti e certezze. La squadra sta preparando l'impegno a Tirrenia e Zeman potrebbe dover fronteggiare l'emergenza sulla sua corsia difensiva di destra. Il diffidato Pierno, infatti, dalla panchina ha rimediato l'ammonizione che fa scattare automaticamente la squalifica e Floriani Mussolini accusa un affaticamento muscolare all'adduttore. In caso di forfait dell'ex Lazio, la soluzione sarebbe Pellacani (più di Staver) esterno con Brosco di nuovo titolare.
Commenti