Affari tuoi - Il Delfino Rampante racconta...
La più originale delle rubriche di Ps24
Telenovela panchina finita. Ma non sono affatto finiti gli spunti, sempre originali ed interessantissimi, del nostro Delfino Rampante che oggi ci racconta, a modo suo of course, il momento (ahinoi non breve nè bello) che sta vivendo il Pescara… Buona lettura!
Miljoenenjacht. Novembre del 2000. Paesi Bassi - oppure Olanda, se preferite - nasce uno dei game show televisivi ripreso, successivamente, in tantissimi Paesi del globo terrestre.
In Italia, andrà in onda a partire dal 2003 su RaiUno con il nome di "Affari Tuoi".
C'è un concorrente che apre dei pacchi con la speranza di vincere un bel gruzzoletto. C'è un dottore che cerca di ostacolare il concorrente attraverso delle proposte. Rifiuto l'offerta e vado avanti. Una frase che, grazie alla trasmissione, è entrata di diritto nelle perifrasi più usate nei vari campi dello scibile.
Ribaltiamo per un attimo il concetto, la visione d'insieme. E questo giro di parole si adatta perfettamente agli ultimi tre giorni che, in ambito sportivo, ha vissuto il Pescara.
Riavvolgiamo brevemente il nastro delle ultime settimane assurde in casa biancazzurra: 4 pappine a Gubbio; 4 pappine a Pesaro; 4 pappine a Sassari; 3 pappine a Recanati (che dopo la vittoria contro il Pescara ha sempre perso); 5 pappine a Rimini. Bucaro, che aveva sostituito Zeman in panca, si dimette. Inizia la ricerca di un tecnico che possa rattoppare una situazione calcistica involuta, quasi irrecuperabile. Una caduta libera irrefrenabile.
In 5 rifiutano l'offerta del Delfino, come in una sorta di déjà vu di longobardesca memoria. Si va avanti e, sfogliando la margherita, si arriva ad ingaggiare Emmanuel Cascione. Classe 1983, all'esordio su una panchina di Lega Pro ed ex calciatore biancazzurro: 99 presenze, 11 reti con la maglia del Pescara, l'ultima delle quali siglata il 6 aprile 2013 nello sconfitta dello Stadium contro la Juventus (2-1) nell'anno di quella Serie A da profondo - o meglio sprofondo - rosso per gli adriatici che cambiarono, pure quella volta, 3 allenatori e chiusero all'ultimo posto in classifica, peggiorando il record negativo del Venezia nella massima serie nazionale del 1949-50.
Nel football d'Oltremanica il 1974 è celebre per i 44 giorni di Brian Clough alla guida del Leeds United. Il manager che voleva cambiare il modo di essere di un gruppo guidato prima di allora da Don Revie ma che, invece, in solitudine e senza il suo fido Peter Taylor, fu fagocitato da quel "maledetto" United narrato nello splendido libro di David Peace.
Back to the future. L'avventura da capo allenatore di Bucaro sulla rovente panchina biancazzurra è durata ancora meno: sono passati solo 24 giorni dalla nomina a head coach (20 febbario) alle dimissioni post Rimini (15 marzo). In mezzo, 3 sconfitte, 1 pari - rocambolesco e fortunoso - e una sola vittoria. Una valanga di gol al passivo e una classifica che fa presagire incubi inaspettati ad inizio stagione.
Incubi certificati, ahinoi, anche da capitan Brosco al termine della cinquina subita dal Rimini: non si possono prendere 4/5 gol ogni volta che si va in trasferta. Sinceramente non so cosa succede, non sappiamo cosa fare per risolvere questa situazione. Ha detto, tra le altre cose, il difensore biancazzurro.
Insomma, fine del mondo in mondovisione cambiando esclusivamente la location rispetto alla famosa canzone del Liga uscita esattamente trent'anni fa, riprendendo un brano dei R.E.M. datato 1987 e ispirato alla Guerra dei Mondi, celebre programma radiofonico statunitense trasmesso nel 1938 dalla CBS.
Quei mondi biancazzurri che, attualmente, stanno viaggiando come rette parallele che mai si incontreranno: da un lato si sta cercando di uscire con le ossa meno rotte possibili da una situazione ingarbugliata; dall'altro la contestazione - comprensibile - di una piazza che sta giustamente criticando una condizione che a Pescara non si viveva da tempo immemore. Sperando che, grammaticalmente parlando, questa condizione dalle parti di Ostia Aterni non resti tristemente uno stato in luogo ma, nelle ultime 6 gare che mancano da qui al termine della stagione regolare, possa velocemente mutare in un moto a luogo verso mondi, tornando alla CBS, più tranquilli e cime di brontiana memoria meno tempestose.
Già a partire da sabato pomeriggio quando all'Adriatico arriverà il Pontedera che ha superato i biancazzurri in classifica, relegando il Pescara al settimo posto in graduatoria.
Insomma, altro giro altra ruota. Ora toccherà all'esordiente Cascione - il cui nome di battesimo rievoca reminiscenze bibliche - raddrizzare la prua di una nave alla deriva.
Parafrasando Ugo Foscolo, questo di tanta speme oggi ci resta sperando che il foscoliano fato non ci riservi, sportivamente parlando, una illacrimata sepoltura.
Una cosa, però, è certa: ora noi o risorgeremo, come squadra, o cederemo, un centimetro alla volta, fino alla disfatta. E non dobbiamo di certo scomodare Al Pacino per ricordarlo.
Lo scopriremo solo vivendo!
FOTO PESCARA CALCIO - MUCCIANTE
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