I pescaresi nel calcio che conta: Federico Di Francesco
Il figlio d'arte è in serie a, categoria conosciuta in biancazzurro
Non sono poi tanti i pescaresi che vivono il calcio nelle categorie top. Tra questi c'è Federico di Francesco, che proprio in biancazzurro ha calcato per la prima volta i campi di Serie A prima di diventare uno dei (tanti) rimpianti di questi ultimi 10 anni. Il figlio d'arte nei giorni scorsi si è raccontato a Il Centro, parlando anche del celebre papà e del Delfino, e ora vi riproponiamo l'intervista rilasciata al quotidiano abruzzese. Buona lettura!
Ha superato le 100 presenze in Serie A, è nono in classifica con l’Empoli e ha già segnato tre gol. Federico Di Francesco racconta le emozioni di un girone di andata da incorniciare. Dai segreti dei toscani di Aurelio Andreazzoli, vera sorpresa del girone di andata, alla corsa al tricolore e alla Champions, passando per il Pescara e papà Eusebio. Di Francesco, dove vuole arrivare l’Empoli? «Pensiamo solo alla salvezza. Aver conquistato 27 punti ci rende orgogliosi, ma bisogna raggiungere quota 40 per avere la certezza di restare in A. Per noi è fondamentale mantenere la categoria». Tre gol finora, eguagliato il record in A con il Bologna nel 2017-18. Obiettivo? «Voglio migliorarmi, aiutare i miei compagni e crescere in termini di gol e assist. Ho avuto la possibilità di firmare per l’Empoli negli ultimi giorni di mercato e per me è stata un’opportunità irrinunciabile. È stato un girone di andata entusiasmante». “Di Francesco si è presentato super allenato, può essere un valore aggiunto”, così Andreazzoli il giorno del suo arrivo. Un giudizio sull’allenatore? «Tecnico preparato, persona pacata con molta esperienza. Andreazzoli sa entrare nella testa dei giocatori, ha idee molto interessanti e lo seguiamo con grande attenzione. Ci trasmette coraggio, in campo si nota e il merito è suo e anche della società che ormai da tanti anni ingaggia allenatori di questo tipo. Non abbiamo paura di affrontare avversari blasonati e più forti di noi, ed è questo il marchio di fabbrica dell’Empoli». Esordio in A con il Pescara nel 2013. È cambiata la massima serie rispetto ad allora? «Quell’anno ho assaggiato la A, ma non ho disputato un intero campionato. Comunque, a differenza del passato vedo un torneo che si è adattato al calcio europeo, in cui le squadre giocano a viso aperto e senza timori reverenziali. E i risultati ottenuti dalle ‘piccole’ contro le ‘grandi’ lo dimostrano. Credo che l’Atalanta di Gasperini abbia avuto un ruolo decisivo in questo processo. Ha cambiato il dna di molti club italiani, che ora giocano un calcio più intenso, offensivo e spettacolare». Chi vince lo scudetto? E chi va in Champions?
«Inter favorita per il tricolore, in Champions anche Napoli, Milan e Atalanta».La squadra che gioca meglio? «A parte l’Atalanta, che da anni gioca su livelli altissimi, dico il Napoli. Per larghi tratti ha fatto vedere un calcio bellissimo, poi il rendimento è calato a causa degli infortuni». Il giocatore che ti ha impressionato? Ce ne sono tanti, faccio tre nomi: Theo Hernandez del Milan, Nicolò Zaniolo della Roma e Piotr Zielinski del Napoli. Sono straordinari».
Un giovane da seguire? «Qui ne abbiamo molti. Dico Viti, 19enne difensore di sicuro avvenire, Ricci del 2001 e Bajrami, classe ’99, che hanno qualità immense». Papà Eusebio è ancora un po’ arrabbiato dopo l’avventura di Verona. Cosa gli ha regalato a Natale per tirarlo su? «Mi è dispiaciuto per l’esonero, che forse è stato frettoloso, ma il calcio è questo. Sono sicuro che presto riuscirà a trovare una panchina e a ottenere risultati prestigiosi, come ha sempre fatto tranne negli ultimi due anni. Papà mi ha insegnato che nei momenti di difficoltà bisogna trovare la forza di reagire e crescere, saprà farlo anche lui. Gli ho regalato una bottiglia di champagne da stappare per una grande occasione». Chiudiamo con il Pescara. A Empoli ci sono anche altri ex, Fiamozzi, Romagnoli e Mancuso. Un giudizio sui biancazzurri?
«C’è stato un momento di difficoltà, ma nelle ultime partite del 2021 hanno ottenuto ottimi risultati. La squadra è in crescita, spero e auguro al Pescara di tornare in B. Può farcela, ha giocatori di esperienza e giovani interessanti, come Pompetti che mi ha impressionato. I miei compagni hanno un ottimo ricordo di Pescara. Spesso scherziamo nello spogliatoio parlando abruzzese. Il Delfino è nel nostro cuore».
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