Ritrovare la bussola
Il punto in casa Delfino
Il rischio adesso è quello di perdere totalmente la bussola. Il Pescara che dopo il quinto ko stagionale si ritrova a otto punti dalla vetta dopo aver perso ancora una posizione in classifica è ormai la pallida controfigura della bella squadra che stava andando oltre il suo potenziale, facendo sognare un'intera città. Al netto di sfortuna (con il Rimini) e di sviste arbitrali (con la Pianese), le prestazioni offerte non sono più all'altezza ed il rendimento è in netta flessione. Lo certificano i freddi numeri, senza possibilità di smentita. Nelle ultime 6 partite la banda Baldini ha collezionato 3 sconfitte e 3 pareggi (la vittoria manca dal 30 novembre ed arrivò con gli avversari in 10 dal 3' della rirpesa), rallentando in modo ancor più preoccupante rispetto agli albori di un calo che ha portato la truppa da un primo posto a + 6 dalla prima inseguitrice ad un -8 dal primo posto. Il Pescara 2024-25 nelle prime 11 giornate aveva messo a referto 29 punti, tantissimi, la miseria di 13 invece nelle successive 12. Il ruolino di marcia recente rappresenta di certo una media da salvezza, anche risicata, e non da promozione. Ovviamente anche il bilancio tra girone d'andata e quello di ritorno ha un saldo assai negativo: nelle prime 4 partite dell'anno Plizzari e compagni avevano messo insieme 10 punti e recriminavano per i due persi in casa con la Torres all'ultimo respiro (rete del tamburino sardo Masala al 95' a negare il percorso netto ai biancazzurri), nelle stesse partite dopo il giro di boa il Delfino ha racimolato appena 2 punti, frutto di due pareggi interni e di 2 sconfitte esterne (all'andata era proprio il cammino lontano da casa ad aver fatto la differenza in positivo fino al calo a partire da Pesaro). Sarà un caso, o forse no, ma gli 8 punti di differenza sono proprio il gap che separa ora Baldini ed i suoi ragazzi da quel primo posto che è occupato dalla solidissima Virtus Entella, una squadra che finora ha perso una sola partite su 23, quella contro il Pescara oltretutto nell'impianto amico. Ma tra liguri e biancazzurri adesso ci sono altre squadre: al secondo posto, staccata di 5 lunghezze dalla capolista e a +3 dal Delfino, c'è ora la coppia Ternana-Torres, con le Fere in flessione, forse fisiologica (3 pareggi, 1 vittoria e 1 sconfitta nelle ultime 5 gare), ed i sardi in chiara e prepotente ascesa (5 vittorie ed un pari nelle ultime 6 partite). Ma non finisce qui, perchè i biancazzurri sono stati agganciati a quota 42 punti da quella Vis Pesaro che virtualmente ha il muso davanti al Delfino per la vittoria di misura nello scontro diretto delle polemiche del 3 novembre, prima sconfitta stagionale degli abruzzesi. Ed è proprio da quella partita del Benelli, che ha negative assonanze con quella di domenica scorsa a Piancastagnaio per la direzione arbitrale, che è iniziata la discesa di una squadra che al 21 gennaio non ha colmato sul mercato le lacune strutturali di una rosa che andava rinforzata subito e bene. Adesso però bisogna resettare tutto e tenere la testa accesa, per provare a risalire la china e non andare alla deriva. Nel ko firmato dai figli d'arte Mignani e Frey pesano di certo le sviste arbitrali, ma non si può regalare un tempo a nessun avversario. L'espulsione di Baldini, dopo le plateali e reiterate proteste a 5 minuti dal gol iniziale dei toscani, ha mandato in tilt la squadra, capace però nella ripresa di avere una buonissima reazione, dettata più dalla forza dei nervi che dalla lucidità della ragione. Ma proprio quando si raddrizza una gara stregata, non si può prendere gol da palla inattiva (prima volta nell'annata) ad un tiro di schioppo dal triplice fischio. All'orizzonte c'è già l'insidiosa trasferta di Perugia, da affrontare con ben altro spirito anche perchè sarà il prologo alla gara da non fallire, quella dell'Adriatico con l'Entella.
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