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Firmò con il Pescara di Galeone, ma scelse di prendere i voti: la storia

In pochi conoscono la vicenda di Padre Stefano Albanesi

14.06.2020 00:09

La maggioranza delle persone, tifosi biancazzurri compresti, hanno conosciuto la sua storia solo martedì sera 9 giugno, quando in prima serata su Rai1 il protagonista stesso l'ha raccontata durante la serata benefica “Con il cuore, nel nome di Francesco”, condotta da Carlo Conti con la partecipazione di Gianni Morandi. E anche noi, non lo nascondiamo, non ne eravamo a conoscenza. Ma, chiaramente incuriositi, abbbiamo cercato riscontri su più fonti per raccontarvela.

Lui è Padre Stefano Albanesi e poteva avere una brillante carriera da giocatore. Anzi, la sua carriera da interessante ala destra era già iniziata, con esperienze non passate inosservate con Ancona e, soprattutto, Vis Pesaro. “Dopo qualche anno che giocavo come professionista, a ventuno anni ho avuto un infortunio. Avevo vinto il campionato C1 con l’Ancona andando in serie B. Dopo l’infortunio ho dovuto fare un altro intervento. È stato un periodo abbastanza difficile. Dopo quella tempesta ho smascherato la mia vulnerabilità, le mie false sicurezze. Ho capito che dovevo andare a fondo con la vita, dovevo costruire qualcosa di più solido”. È iniziato con queste parole il toccante racconto di padre Stefano che dopo l’infortunio ha continuato a giocare a calcio per altri due anni, mettendo però al primo posto il Vangelo, la Parola di Dio. 

Coloro che lo ricordano, esperti di calcio minore, ce lo indicano come un potenziale perfetto esterno del 4-3-3 galeoniano e dunque non è un caso che Stefano Albanesi finì nel mirino del Pescara nella seconda era biancazzurra targata Galeone. Siamo tra fine Anni Novanta ed inizio del Duemila. Ma Stefano, oggi Padre Stefano vice parroco dell’Unità pastorale di Santa Maria degli Angeli in Assisi e responsabile della Caritas locale, non finì "solo" nel mirino del Pescara: per il Delfino firmò un contratto per giocare in B. Lo ha raccontato lui stesso in tv.

Cercando sul web, abbiamo trovato il racconto che Padre Stefano rilasciò già il 23 ottobre 2019 a Il Resto del Carlino: «A 24 anni mi acquistò il Pescara che militava in serie B e l’allenatore era Galeone. La vocazione e il pensiero di abbandonare il calcio maturarono quando ero ancora a Pesaro. Infatti nel giorno libero, il lunedì, frequentavo la chiesa della Madonna delle Grazie e padre Aurelio, che era il mio confessore, capì subito le mie intenzioni. E quindi il lunedì andavamo a visitare le chiese e i conventi del circondario ed avevo una gran voglia di pregare. Quindi piano piano ho rinunciato ai gol ed alla carriera calcistica. A Pescara, dove mi avevano fatto un buon contratto triennale, ho deciso per la rescissione e il desiderio di entrare in convento. Ma non fu così semplice perché ad Assisi i frati prima di accettarmi passarono diciassette mesi. Nel frattempo ho lavorato in una comunità ed ho fatto diversi viaggio, in Terra Santa, a Medjugorje ed in altri santuari. Finalmente a 25 anni entrai in convento», le sue parole al noto giornale.

E poi: "«Non ho nulla contro il calcio, però ho scelto un’altra strada. Mi piace anche adesso, seguo una squadra di ragazzini nell’oratorio di Santa Maria degli Angeli». Quando lo prelevò il Pescara e padre Stefano decise di farsi frate, il general manager pescarese, Claudio Garzelli disse: «Si vede che abbiamo fiuto nell’individuare calciatori seri. Avevamo preso un bravo ragazzo. La sua scelta dimostra spessore umano. Anche se non lo conosciamo, siamo felici per lui». Residente a Foligno, Albanesi aveva fatto la trafila nelle giovanili dell’Ancona ed è stato nazionale Under 15. Sempre con la maglia dell’Ancona ha subito un grave incidente alla gamba sinistra, rompendosi perone e malleolo in uno scontro di gioco. Poi si fermò per alcuni mesi, tornò in campo per due stagioni in C2 alla Vis Pesaro. Poi raggiunse la serie B a Pescara dove però non ha mai giocato. «Ormai sono quasi 20 anni che sono consacrato, in questo periodo tante sono state le esperienze e non ho mai avuto un ripensamento. Sono sempre in pace con me stesso e ho tanta serenità. Prima di diventare parroco di Santa Maria degli Angeli, sono stato vice ed in precedenza missionario in Africa e poi cappellano per cinque anni, all’ospedale di Perugia»"

Non sapremo mai se il mondo del calcio - e il Pescara - hanno perso un campione o una meteora, ma quel che è certo è che il mondo ha guadagnato un Padre devoto e sempre disponibile. Noi non abbiamo avuto ancora la fortuna di conoscerlo, ma basta fare un giro del web e dei social per capire quanto Padre Stefano sia amato. E pazienza se non ha mai indossato la maglia biancazzurra: un piccolo posticino nella grande storia biancazzurra lo ha pure lui! 

Foto: Diocesi di Assisi

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