Editoriale

Aresti + Melchiorri, scacco matto in due mosse

13.10.2014 10:34

Otto gol all’attivo ed uno solo al passivo negli ultimi 180’ di gioco, una personalità che cresce ed una fisionomia di gioco che migliora di gara in gara: anche se non è oro tutto quello che luccica, i progressi sono evidenti e stanno dando i primi frutti. Prima della gara con l’Entella si era raccolto meno di quanto seminato, nelle ultime due partite sono stati strappati 6 punti meritati anche se alcuni episodi (vedi Rinaudo) hanno di certo agevolato i biancazzurri (ma fanno parte, nel bene e nel male del calcio). Alla vigilia della sfida in Calabria c’erano molti dubbi: il portiere, il centrale difensivo, il centravanti (solo per citare i principali), tutte le scelte comportavano rischi e problematiche di vario tipo e genere. Baroni con coraggio ha optato per alcune soluzioni che alla prova dei fatti si sono rivelate ottimale. Se nel caso di Pucino la scelta – pur avendo a disposizione Pesoli (a proposito: come starà vivendo il momento l’esperto centrale?) – era dettata dall’emergenza, nel caso degli altri due ruoli delicati è stata principalmente tecnica. E’ vero che Maniero è affetto da noie muscolari (le sue condizioni saranno valutate già oggi), ma la scelta di puntare su Melchiorri era già stata fatta. Ed il centravanti ex Padova ha ampiamente ripagato la fiducia con una prestazione tutta grinta e mobilità, suggellata da una doppietta doc che gli è valsa il nuovo nomignolo di “Cigno”. E che dire di Aresti? Il ruolo di portiere è delicato per sua stessa natura e nelle scelte entra in gioco anche una componente psicologica maggiore che in altri ruoli. Dopo la buona prova con l’Entella, Aresti è stato confermato a Crotone ed è stato decisivo in almeno 4 interventi risultando determinante ai fini del risultato (leggi qui). Ora è una garanzia, i gradi del titolare li ha guadagnati sul campo. Ci sarà da recuperare, quanto meno a livello mentale, Fiorillo, ma Baroni e Marini non lasceranno nulla al caso. Tore Pinna, il predecessore sardo di Aresti tra i pali biancazzurri, a Ps24 lo aveva detto in tempi non sospetti: “Con Simone siete in mani sicure” (qui intervista completa). Non errava. Scacco matto in due mosse, dunque, per Baroni che ora al suo Pescara chiederà in quel di Vicenza di dare continuità di risultato e rendimento. E con un Pasquato ispirato che non farà affatto rimpiangere Caprari, il recupero di uomini importanti quali Salamon, Zuapric e Bjarnason, pensare ad un nuovo Delfino versione Corsaro non è utopia. Crederci è d’obbligo, il Pescara è in rampa di lancio. Nell’ultimo editoriale (leggi qui) lo avevamo detto: “Battere l’Entella non significherebbe solo superare gli avversari di giornata in classifica e dare ossigeno alla graduatoria, ma costituirebbe una fondamentale iniezione di fiducia e convinzione in vista delle successive gare, le trasferte di Crotone e Vicenza, nelle quali il Pescara può fare filotto. In serie B – la gestione Marino dello scorso anno docet, nel bene e nel male in tal senso – la continuità di rendimento è il fattore più importante. Tre vittorie di fila e ti ritrovi in alto, specie in una classifica corta come questa, tre sconfitte consecutive e ti ritrovi invischiato nelle sabbie mobili”. Primi due step completati, ora manca il terzo.

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