Vecchi problemi insoluti. Ora del tutto smascherati
Il momento del Delfino
Nuova partita, vecchi problemi. Ormai commentare le gesta in campo del Pescara è un copia e incolla che si ripete di settimana in settimana, con aggiornamenti che riguardano solo i numeri negativi di un periodo nero che sembra senza fine. e la stessa cosa dicasi per il mercato di gennaio, un triste replay che va in onda anno dopo anno con qualche rarissima eccezione (vedi 2 anni fa, quando arrivarono Rafia, Merola e Mesik). Tornando alle questioni di campo, la squadra di inizio anno, capace di andare oltre i propri limiti, un corpo unico che riusciva a capitalizzare al massimo quanto creato grazie ad organizzazione e compattezza (solo 2 delle 12 vittorie conquistate sono maturate con più di un gol di scarto), è ormai un pallido ricordo. Da due mesi la banda Baldini non vince e offre prestazioni il più delle volte insufficienti: era il 30 novembre quando, già comunque all'interno di un calo di rendimento che sembrava fisiologico ma non allarmante, al Barbetti di Gubbio capitan Brosco e soci regolavano 2-1 un Gubbio rimasto in 10 uomini dal 3' della ripresa quando il risultato era di 0-0. Da quel giorno, in 7 partite il Pescara ha racimolato 4 pareggi e 3 sconfitte rimanendo a digiuno di gol in 5 circostanze. Da prima della classe con margine non insignificante sulle inseguitrici la truppa si ritrova oggi al quarto posto in classifica, con un distacco dalla vetta in doppia cifra e con Ternana e Torres che vantano, rispettivamente 5 e 3 punti di vantaggio (i sardi hanno anche il vantaggio negli scontri diretti). Sono adesso 10 le lunghezze che separano il Pescara dalla capolista Virtus Entella, che in stagione ha perso una sola partita – quella dell'andata proprio contro il Pescara – e che è reduce da una striscia di 5 vittorie consecutive. In pratica, i liguri nel girone di ritorno hanno vinto sempre mentre i biancazzurri dal giro di boa, quando comunque la crisi era già latente, hanno messo insieme la miseria di 3 punti. Per il Delfino è chiaramente negativo anche il bilancio tra quanto fatturato nelle prime 5 gare della stagione e quanto messo insieme nelle stesse sfide del girone di ritorno: 11 punti contro 3. Dei 43 punti messi in cascina in 24 partite, il Pescara ne ha totalizzati addirittura 29 nelle prime 11 gare e la miseria di 14 nelle successive 12. Si è dunque passati da un ruolino di marcia da record ad uno da salvezza risicata. Era chiaramente difficilissimo mantenere gli standard di rendimento di inizio campionato, ma un rallentamento del genere non era preventivabile e non è concepibile. L'assenza di un attaccante importante è solo una delle motivazioni, non la sola anche perchè gli interpreti sono gli stessi del momento d'oro. Qualcosa insomma si è inceppato al netto delle note e conclamate lacune strutturali della squadra, a partire proprio dalla mancanza di un centravanti prolifico e in grado di riempire l'area di rigore, che mister Silvio Baldini era riuscito a mascherare. Oggi il Pescara fatica a creare gioco e occasioni, si difende male ed ha una fragilità mentale allarmante. E, al netto di squalifiche e infortuni, non aiutano nemmeno i continui cambi di formazione. Oggi solo il centrocampo ha una sua precisa e definitiva fisionomia, mentre nelle corsie laterali di difesa e in attacco ormai si cambiano interpreti di giornata in giornata, salvo poi mutarli nuovamente durante le partite. Sarà un caso, ma nel periodo migliore l'undici base era quasi sempre lo stesso. Domenica, a mercato ancora aperto per 24 ore, all'Adriatico arriverà proprio l'Entella per 90 minuti che ora hanno perso parte del loro significato originario. Pensare ancora al primo posto, infatti, oggi sembra utopia, ma vincere rilancerebbe le quotazioni pescaresi nel volatone finale per almeno il piazzamento d'onore con ciò che questo comporterà in chiave playoff.
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