Editoriale

Non si può più attendere, è l'ora delle risposte

23.10.2012 09:57

stroppacampo


Non è più tempo di aspettare, è l’ora delle risposte. A fine ottobre, dopo due mesi di campionato ed otto partite archiviate, il Pescara è relegato nei bassifondi di una classifica ovviamente corta che di giornata in giornata cambia fisionomia. Non tragga in inganno la compagnia del Milan, l’essere a braccetto con i rossoneri è un dato puramente momentaneo ed occasionale, bisogna concentrarsi sui propri problemi e cercare finalmente di risolverli. Detto ampiamente nelle scorse settimane dei limiti strutturali e qualitativi della rosa a disposizione, allestita cronologicamente in tempi poco consoni ad una partenza sprint e con palesi lacune, ciò che preoccupa, dovendo fare di necessità virtù nonostante bisognerebbe fare della virtù una necessità, è l’assenza delle caratteristiche minime necessarie ad una squadra che deve salvarsi.

Manca un’identità tattica chiara e definita: ne sono prova il continuo cambio di assetto ed interpreti, dovuto non solo alle defezioni per squalifiche ed infortunio, ed una manovra quasi sempre improvvisata e dunque quasi mai creata con raziocinio. Manca soprattutto la personalità: non c’è vis pugnandi e c’è soprattutto un blocco mentale quando le condizioni del match sembrano volgere a favore dei biancazzurri. E’ un caso che nelle quattro circostanze nelle quali si è stati in superiorità numerica (con il Carpi in Coppa Italia e con Palermo, Cagliari ed Udinese in campionato) l’uomo in più non abbia sortito effetti positivi sul piano della gestione e della prestazione? E’ vero che in due di queste circostanze è arrivata una vittoria, segnatamente contro rosanero palermitani e rossoblù cagliaritani, ma andrebbe analizzato il come, tanto più che i successi non hanno comportato sul piano psicologico quella crescita nell’autostima e nella consapevolezza nei propri mezzi che si poteva presumere fosse conseguente. Le sconfitte contro Lazio ed Udinese, in tal senso, sono assai esemplificative non tanto per il risultato in sé ma per come è maturato. Ulteriore prova a sostegno della tesi le parole di Stroppa quando sostiene che la squadra in settimana lavora benissimo e sembra pronta, salvo voi arrivare alla domenica e confezionare 90 minuti inadatti alla categoria: è accaduto più volte.

Il tempo del credito è finito, all’orizzonte c’è una settimana intensa ed importante che chiude l’avvio di torneo, sulla carta agevole, ed apre il periodo degli scontri consecutivi con le grandi, o presunte tali, del torneo. Stroppa è all’esame finale, della situazione attuale non è l’unico colpevole ma ha di sicuro le sue responsabilità. Non si può più attendere, un ulteriore ritardo potrebbe essere deleterio: è l’ora delle risposte. Sperando siano positive… 

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