Prima squadra

E adesso?

Il calendario non aiuta...

14.03.2018 08:58

Notte fonda per il Pescara. Che più buia non si può. Addio sogni di gloria, c’è da guardarsi alle spalle per non avere brutte sorprese a maggio. La classifica si è accorciata in basso ed il Pescara si ritrova a navigare in acque poco tranquille. A fine gara i biancazzurri avevano il volto di chi ha dato tutto, ma che è rimasto con un pugno di mosche in mano dopo una guerra di trincea dove ha vinto chi è stato più smaliziato e chi aveva la testa più libera. Già, la testa. Se non funziona, anche se le gambe girano si corre a vuoto. Ed il Pescara lo ha fatto, sia col Parma sia col Carpi. Paure e titubanze a dominare la scena, la forza dei nervi e della disperazione ad avere la meglio sulla saggezza del raziocinio. E se anche i senatori sbagliano tecnicamente cose semplicissime, il quadro è chiaro: il Pescara rischia di scivolare davvero nella zona rossa della graduatoria. Entrare in una spirale negativa è ben più semplice che uscirne. E questo il popolo pescarese lo sa.

"Doveva essere la partita per ritrovare tranquillità ed invece abbiamo perso. A questo punto, se prima si pensava ai playoff, da adesso dobbiamo puntare a salvarci. E mi dispiace molto dire queste cose, ma è così. Dobbiamo farci un esame di coscienza, tutti quanti, e dare di più per rialzarci subito. Solo noi possiamo determinare il nostro destino, mi sento in colpa anche nei confronti della piazza": non ha usato mezzi termini Marco Perrotta per analizzare la seconda sconfitta interna in tre giorni del suo Pescara

Serve compattezza ed unità di intenti per uscire dal guado nel quale si è cacciato il Delfino. "Siamo in un periodo di grossa difficoltà e non ce lo aspettavamo, di sicuro il morale non è alto ma non è il momento di fare tragedie", le parole di Balzano dopo il debacle col Carpi. Lo spetro dei playout si sta materializzando, minacciosissimo, dietro le spalle dei biancazzurri (e con davanti un caalendario terribile). Come evitarlo? Con un po' di amor proprio in primis. E di orgolio. Quelle stesse prerogative che chiedeva Epifani prima della partita quando diceva così: "Il mio messaggio, non tanto da allenatore del Pescara ma da pescarese, è chiedere il supporto della tifoseria. Sabato ci hanno sempre incitato e spero lo facciano ancora. I ragazzi sentono l'umore della piazza, quindi spero si facciano sentire. Fare bene domani significa lasciarsi alle spalle la gara di sabato, non tanto per il discorso playoff ma per noi stessi e ripartire". L'appuntamento col Carpi è stato fallito, adesso bisogna andare nella tana dei Lupi di Avellino. Per sbranarli - calcisticamente parlando - non per essere sbranati.  La tifoseria organizzata, intanto, ha emesso un comunicato ufficiale con il quale invita la città a stringersi intorno alla squadra e a seguire in massa i biancazzurri ad Avellino nel delicato match in programma domenica prossima: basterà per lottare tutti uniti verso l'obiettivo?

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