"La mia banda suona il rock" - Il Delfino Rampante racconta... (Pontedera-Pescara)
Una delle più importanti rubriche di pescarasport24.it
Puntualissimo, torna un nuovo appuntamento con il Delfino Rampante che ci racconta, a modo suo, la cinquina biancazzurra a Pontedera.
Buona lettura!
1979. Anno di cambiamenti politici e sociali. In Iran l'ayatollah Khomeini torna in patria e guida la Rivoluzione islamica; ad un passo da lì Saddam Hussein diventa presidente della repubblica irachena. E mentre in Inghilterra Margaret Thatcher, la lady di Ferro, diventa la prima donna eletta alla carica di Primo ministro, fa la sua comparsa il walkman che viene messo in vendita per la prima volta in Giappone. Il celebre lettore di musicassette che ha fatto la storia e accompagnato le passeggiate di tanti di noi.
A proposito di supporti musicali, "Una musica che è speranza; una musica che è pazienza". Li avrete senz'altro riconosciuti: sono alcuni dei versi de "La mia banda suona il rock", successo di Ivano Fossati uscito proprio nel 1979.
Rock come il Pescara che a Pontedera, Coppa Italia compresa, ottiene la terza vittoria consecutiva e dà un calcio alla recente crisi. Ben 9 i gol realizzati da Merola e compagni tra Latina, Entella e granata contro una sola rete al passivo. Zemanlandia is back? Forse. Ma, intanto, tornando ad Ivano Fossati, "Oh, non svegliateci. Oh, non ancora.
E non fermateci. No no no, per favore no".
Non fermatevi. Come martedì, più di martedì. Perché la partita, per i toscani di Canzi, è praticamente durata un quarto d'ora: tanto è passato, infatti, dal fischio di inizio del match al vantaggio di Cuppone che ha dato il là al valzer biancazzurro culminato con la doppietta di un Merola finalmente punto di forza e fantasia della squadra; il gol di Milani che si conferma terzino di tutto rispetto per la categoria; la rete di Tommasini a chiudere definitivamente il pokerissimo del Delfino.
Insomma, un uragano - sportivamente parlando - si è abbattuto sullo stadio "Mannucci", regalando al Pescara continuità e soprattutto tre punti fondamentali per restare agganciato all'alta classifica seppur la vetta è ancora lontanissima.
Un uragano, dicevamo. Passato come un treno, sperando che non si fermi più... per giocare un pochino con i versi della canzone "L'uragano Meri" appartenente all'album di Eros "Dove c'e musica" del 1996.
Il filosofo Giambattista Vico nel XXVII secolo, siamo nel periodo cosiddetto dell'Illuminismo, ha teorizzato il concetto dei "corsi e ricorsi storici", secondo cui determinati eventi ed avvenimenti si ripetono ciclicamente. Più semplicemente, la storia si ripete.
Ebbene, alzi la mano chi, solo per un attimo, vedendo l'exploit biancazzurro di Pontedera non ha ripensato alla sfida tra Padova e Pescara dell'aprile 2012 terminato con il tennistico 0-6 per il Delfino. La partita che ha dato inizio alla cavalcata inarrestabile verso la Serie A del Pescara di Zeman, Immobile, Verratti e Insigne. Come dire "mi ritorni in mente dolce come sei", prendendo in prestito alcune parole dalla famosa canzone di Lucio Battisti del 1969, diventata hit nell'anno successivo.
Certo, da allora - ça va sans dire - tanta acqua è passata sotto i ponti: gli interpreti sono diversi, la categoria è differente così come il traguardo da raggiungere. Ma l'uomo faro è ancora lui: Zdenek Zeman da Praga, ormai italico d'adozione. L'uomo, oggi come allora, su cui ricadono speranze, sogni e desideri di tutto il popolo biancazzurro.
D'altronde, lo diceva pure l'americano Zio Ben al nipote Peter Parker, meglio conosciuto come Spiderman: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E, a proposito di uomo ragno, anche ieri il nostro portiere-supereroe ha dato dimostrazione, nonostante la schiacciante vittoria, di sicurezza e personalità, garantendo tranquillità al resto della squadra.
Tra 72 ore si torna nuovamente in campo. All'Adriatico - senza la Curva Nord chiusa per un turno - arrivano i sardi dell'Olbia: 17 punti in graduatoria, reduci dal pareggio casalingo ad occhiali contro il Rimini nell'altro recupero della 14esima giornata di campionato.
Non c'è tempo per godere troppo della cinquina rifilata al Pontedera. E, soprattutto, non dobbiamo esaltarci troppo, consapevoli che siamo ancora convalescenti e che il cammino è lungo, tortuoso e ricco di insidie.
Intanto, però, almeno per un pochino, esultiamo per il rock suonato dalla nostra banda, la nostra band of brothers come direbbe Steven Spielberg.
Non fermateci[vi] per favore no!
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