Prima squadra

Il Pescara cerca punti e conferme in casa della Spal

Impegno non agevole per i biancazzurri

21.11.2020 00:43

La ripresa delle ostilità in Serie B propone al Pescara un impegno per nulla agevole, quello in casa della Spal dei tanti ex. Gli estensi sono squadra che punta all'immediato ritorno in serie A, ma il Pescara ha bisogno di punti e conferme dopo la vittoria con il Cittadella prima della sosta che ha rinsaldato la panchina di Oddo. Ma in caso di brutto scivolone, la panchina del tecnico pescarese tornerebbe a farsi bollente, con Pillon e Pecchia già alla finestra.

Oddo sfida anche l'esperto Pasquale Marino, più volte in predicato a tornare ad allenare in riva all'Adriatico. Il tecnico di Marsala fu allenatore del Pescara dal luglio 2012 al febbraio 2013, 41 panchine ufficiali con bilancio di 11 vittorie, 7 pareggi ed 11 sconfitte in 29 panchine ufficiali, ma la sensazione di un lavoro incompiuto lascia presagire che in futuro, prima o poi, ci sarà un ritorno. Per avere la meglio della Spal, Oddo dovrà ancora una volta battere in primis l'emergenza. Sono out Memushaj, Guth, Del Favero, Drudi, Antei, Jaroszynski, Omeonga e Ceter. Un bel problema.

Il nemico pubblico numero uno sarà l'ex Federico Di Francesco, che nei giorni scorsi si è raccontato a Il Centro. «Proverà tante emozioni, affronterò la squadra della mia città e sarà una partita speciale. Sono cresciuto nel Pescara e ho debuttato in A con la maglia biancazzurra, ho ricordi bellissimi. Sarà una gara molto difficile. Dopo un avvio complicato il Delfino si è espresso bene sia a Lecce, nonostante il ko, sia con il Cittadella, battendo un avversario ostico. La classifica è bugiarda, per me il Pescara è da play off», le parole del figlio d'arte al quotidiano abruzzese. «Esultare in caso di gol? Sì, ma senza esagerare, ho grande rispetto per la società e i tifosi». Nel 2013 a Parma l’esordio in A con il Pescara. Un bel giorno, no?
«Certo, ricordo tutto alla perfezione, anche la data: 30 marzo 2013. Dalla Primavera ero stato aggregato in prima squadra per un’amichevole a Francavilla. Al termine della sgambata, Cristian Bucchi disse che mi avrebbe convocato per la gara di Parma. Lì perdemmo, ma debuttare in A fu bellissimo. Ricordo bene anche la seconda presenza, all’Olimpico contro il mio idolo e la mia squadra del cuore: la Roma di Totti. Entrai nella ripresa e sfiorai un gol, poi al fischio finale De Rossi venne a salutarmi, un pomeriggio indimenticabile».
Pochi mesi dopo, il passaggio dal Pescara al Parma. Un po’ di amarezza per quella cessione frettolosa? «All’inizio ci sono rimasto un po’ male, al Pescara ero legatissimo, ma alla fine si è rivelata la soluzione migliore per la mia carriera. Nessun rimpianto, quella scelta mi ha permesso di tirare fuori il carattere. Devo solo ringraziare il club che mi ha formato dandomi l’opportunità di farmi conoscere in A. Certo, il campionato ormai compromesso ha facilitato il debutto e quello di altri compagni».A distanza di 7 anni, ancora Pasquale Marino allenatore. Come lo ha ritrovato? «Nell’estate del 2013 ho svolto il ritiro con il suo Pescara, avevo 19 anni e c’era una concorrenza fortissima: Ragusa, Politano, Mascara, Cutolo e altri. Così sono andato a Gubbio fino a gennaio e quando sono tornato al Pescara dopo pochi giorni Marino è stato sostituito da Cosmi. Comunque, è carico come sempre, un ottimo tecnico e una bravissima persona».

 

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