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Il poker alle Olimpiadi di Los Angeles nel 2028: sogno o realtà?

30.05.2024 09:16

Gli appassionati di sport di tutto il mondo sono in trepidante attesa per l’inizio delle Olimpiadi, che si terranno a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto di quest’anno. Oltre ad aver già programmato nei minimi dettagli questo fenomenale evento, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) sta però anche perfezionando l’edizione 2028 dei Giochi, che avrà come sede la città di Los Angeles.

 

Fino a quest’istante, le più grandi novità di LA28 riguardano l’inclusione di cinque nuove discipline – squash, cricket, lacrosse, flag football e baseball-softball – che si andranno ad affiancare a sport classici come il ciclismo, la pallacanestro e la pallanuoto. Oltre a queste, però, negli ultimi tempi si sta facendo sempre più sentire anche la voce di chi vorrebbe vedere il poker protagonista.

 

Secondo un numero ogni giorno crescente di esperti, il gioco di carte più celebre di sempre avrebbe davvero tutte le caratteristiche per far presto il suo esordio alle Olimpiadi. A seguire, si discuteranno nei dettagli gli elementi che potrebbero  contribuire a raggiungere questo traguardo e alle modalità specifiche in cui s’inserirebbe a Los Angeles.

 

Il poker: da gioco d’azzardo a sport mentale

Nonostante le sue origini vengano all’unanimità fatte risalire a circa un millennio fa, il poker come lo si conosce oggi è nato ufficialmente negli Stati Uniti del 1858. Già dall’inizio di quel secolo, però, la sua fama si era diffusa a macchia d’olio grazie soprattutto ai battelli a vapore che attraversavano il Mississippi e ai mitici saloon che popolavano il Far West.

 

Dato che questi erano posti frequentati per la maggiore da delinquenti, il poker è stato a lungo associato con l’illegalità e considerato come un gioco di dominio esclusivo del fattore fortuna o azzardo. Questa concezione ha iniziato a cambiare solo nella seconda metà del secolo scorso, a seguito del successo riscosso dalle prestigiose World Series of Poker di Las Vegas, della popolarizzazione di Internet e di leggi favorevoli nei suoi confronti emanate da un numero sempre maggiore di Stati.

 

Il salto di qualità definitivo, però, è avvenuto solo nel 2009, quando l’International Minds Sports Association (IMSA) l’ha incluso nella sua lista di sport mentali. Di questa fanno parte discipline come gli scacchi, il Go, il Backgammon e la dama, accomunate dal fatto di richiedere ottime abilità di calcolo, strategiche e psicologiche per tentare di avere la meglio sugli avversari. 

 

Il poker in formato Match

L’annuncio dell’IMSA, però, non è riuscito a convincere tutti i detrattori del gioco, che continuano ad avere dubbi circa la sua adeguatezza per le Olimpiadi. Per questa ragione, si sta lavorando dietro le quinte dei Giochi di Los Angeles per stabilire quale specialità di poker potrebbe fugare gli ultimi dubbi.

 

In questo senso, secondo l’opinione comune, il Match poker potrebbe essere la soluzione perfetta, a causa delle sue caratteristiche intrinseche. Quest’ultimo ha infatti in comune con le più famose varianti la suddivisione della mano in determinate fasi – pre-flop, flop, turn, river e showdown – e il fatto che i giocatori si siedono a diversi tavoli proprio come in un torneo classico.

 

La loro bravura, però, risalta per la loro capacità di riuscire a far fronte alle medesime situazioni. In pratica, tutti ricevono le stesse carte e hanno la possibilità di visionare le medesime carte comunitarie.

 

Questo elemento elimina completamente il fattore fortuna tipico dei giochi d’azzardo. Man mano che il numero delle partite realizzate aumenta, uno speciale algoritmo dà poi vita a una classifica sempre più definita di coloro che meglio si sono riusciti a destreggiare.

 

Il Match poker alle Olimpiadi: possibili limitazioni

Oltre alle questioni organizzative, due sono i problemi principali che potrebbero mettere a repentaglio il futuro olimpico del poker. Il primo riguarda nello specifico la possibile opposizione dei player professionisti e del pubblico in generale che, abituati alle sfide high stakes, potrebbero non accettare montepremi costituiti solo da una medaglia.

 

La seconda problematica riguarda invece la modalità Match stessa che, diversamente dagli altri giochi di poker, non è ancora molto diffusa. Questo fa sì che attualmente non tutti i Paesi dispongano di un numero adeguato di atleti tra cui scegliere. 

 

Il poker alle Olimpiadi: le reali probabilità di approdare a LA28

Nonostante le difficoltà appena illustrate, i tempi sembrano maturi per la nuova sfida del poker: il tanto atteso esordio ai tavoli verdi delle Olimpiadi. Anche se lo scenario potrebbe stravolgersi nel corso dei prossimi quattro anni, tutto sembra comunque presagire che il tanto atteso annuncio sia solo una questione di mesi.

 

Una riflessione, però, potrebbe essere fatta circa l’adeguatezza della versione Match per questo evento. Dipendendo anche dalla sua prossima diffusione, si potrà ragionare circa la possibilità di sostituirla con una modalità di gioco alternativa in grado di attirare l’attenzione del grande pubblico e dei più rinomati campioni di livello internazionale.

 

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