
Il solito film. Già visto e dal finale amaro
L'analisi all'ultimo scivolone biancazzurro
Una nuova replica di un film già visto, dal finale amaro. Ogni volta che il Pescara deve fare il salto di qualità e che ha una gara sulla carta perfetta per completarlo, ecco che arriva lo scivolone sulla classica buccia di banana. Era già capitato, ad esempio, nel girone di andata contro il Legnago Salus, all'epoca fanalino di coda che si presentava all'Adriatico al cospetto di quella che era la capolista del torneo e che aveva la possibilità di dare una nuova ed importante spallata al campionato. Finì 0-1, ad inaugurare quella crisi che aveva fatto poi scivolare la banda Baldini addirittura al quinto posto, faticosamente lasciato nell'ultimo mese quando con un mini filotto di 4 vittorie e 2 pareggi in 7 partite si erano scalate posizioni in graduatoria fino ad occupare quella terza piazza che sarà importantissimo ottenere a fine regular season per i riflessi che avrà sul cammino playoff. In casa del Sestri Levante doveva essere la partita delle conferme e della nuova iniezione di fiducia per vivere di slancio il finale di stagione, è stata invece la gara ha fatto ripiombare i biancazzurri nello smarrimento. Domenica, infatti, il Delfino aveva la possibilità di mantenere la posizione che aveva appena riconquistato, tenere a debita distanza la Vis Pesaro quinta e, soprattutto, di restare a pieno diritto in lizza nella corsa a miglior terza classificata dei tre gironi di Lega Pro, per la questione testa di serie che si porta dietro. E invece al termine di una prestazione avarissima di contenuti positivi sotto il piano tecnico, tattico e dell'atteggiamento, la squadra in un colpo solo ha perso partita e terzo posto ed è scivolata a -4 dalla FeralpiSalò, oggi la migliore terza di C con 62 punti. Eppure l'occasione che il calendario aveva offerto al Pescara era di quelle ghiottissime: la trasferta in casa del Sestri Levante, ultima in classifica che aveva segnato appena 24 gol in campionato e che tra le mura amiche aveva vinto in sole due circostanze, perdendo invece 8 volte. Sembrava la classica formalità da sbrigare, invece il campo ha detto che questo Pescara non ha saputo far tesoro degli errori commessi in un passato nemmeno tanto lontano nel tempo. Contro una squadra ben messa in campo, ma certamente dai valori tecnici più che modesti, la prima cosa da fare è pareggiare il furore agonistico e l'intensità ma Valzania e soci non ci sono quasi mai riusciti, anche quando l'immediato pari di Meazzi allo svantaggio firmato Valentini poteva dare la scossa e far svegliare la truppa dal suo torpore. Ma se la tenuta difensiva fa acqua, subendo rete da palla inattiva, perchè la tua contraerei non funziona, e a difesa schierata, per più sbandamenti in una sola azione, ecco che l'inerzia della partita va in favore di un avversario che si è dimostrato certamente più determinato, aggressivo e concreto. Quello che ha maggiormente stupito in negativo, però, è stata l'assoluta inconsistenza della proposta di gioco, soprattutto nella ripresa, connotata da poche idee e ancor meno qualità: un netto passo indietro rispetto alle ultime uscite ma anche alle giornate più nere dei 3 mesi di crisi. Le assenze, lo stato di forma di alcuni uomini chiave e qualche fischio arbitrale contestato non possono rappresentare un alibi e bene ha fatto Baldini junior nel post gara a sottolinearlo a chiare lettere. “Non c'è nulla da salvare”, ha anche detto, a confermare come sia necessario cambiare immediatamente registro per poter tornare a pensare di poter essere veri protagonisti nel post season. Il Pescara di Sestri, infatti, di certo non lo sarebbe. L
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