Prima squadra

Sforzini chiarisce: “Non mi riferivo ai tifosi, ma alla società”

03.09.2014 15:15
Nando Sforzini, il day after. Il giorno dopo la conferenza stampa di presentazione a Latina, quando ha parlato del suo passato a Pescara in toni molto aspri, il centravanti vuole chiarire le sue parole. A PescaraSport24 dice che le sue parole sono state fraintese. In una lunga telefonata-sfogo cerca di spiegarsi. Con franchezza e anche rabbia. Non verso l’ambiente, ma in primis verso se stesso perché si è espresso male generando una situazione davvero antipatica con i supporters biancazzurri. Ma, senza peli sulla lingua, fa capire a chi si riferiva. «Sono stato frainteso perché mi sono espresso male», dice Sforzini, «in sala stampa rispondi in maniera istintiva e non pensi a pesare le parole. Tu quando rispondi sai a cosa e a chi ti riferisci, ma se non sei chiaro si creano malintesi. Parlando di ambiente non mi riferivo assolutamente alla tifoseria, ma ad altro. Un conto è la città e la piazza di Pescara, un altro è la Pescara Calcio al suo interno. Con la parola “ambiente” mi riferivo alle varie componenti della Pescara Calcio. Ai tifosi non posso imputare nulla, mi hanno sempre aspettato e sostenuto, dimostrandomi il loro affetto nonostante non abbia fatto bene. Ed io sono rammaricato e dispiaciuto di non aver fatto bene a Pescara». Fa anche autocritica l’ormai ex «sono istintivo, non cog**one», dice. E chiarisce un altro aspetto: «quando parlavo del “sognare” mi riferivo alla società che sognava il ritorno di Zeman. Ma si deve voltare pagina, anche io sogno sempre di rifare l’annata con tanti gol di Grosseto ma non è sempre possibile realizzarla». La società era il “bersaglio” della sua critica: «nell’ultimo mese sono stato accantonato, messo fuori rosa e mi allenavo da solo con Bruno Nobili senza nemmeno un massaggiatore o un dottore se succedeva qualcosa. Mi ero messo in discussione andando in ritiro, poi dopo 20 giorni sono stato accantonato. Con Baroni nessun problema, ma è chiaro che anche sul mercato le possibili società interessate si chiedevano come realmente stessi fisicamente. Meritavo un altro trattamento e soprattutto meritavo chiarezza da parte della società, ho passato un mese bruttissimo. Sono stato messo fuori rosa senza una telefonata da parte del presidente o dei direttori sportivi. A 4 ore da fine mercato Sebastiani mi ha proposto di allungare e spalmare l’ingaggio, ma a quel punto ho detto no. Si doveva fare prima, ma non ho mai sentito nessuno», chiude Sforzini.

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