Rubriche

Prendiamoci la 6^!

04.06.2015 13:11

I Like Football, la rubrica di Sergio Di Sciascio per PescaraSport24, oggi ci propone qualcosa di particolare.... Il 5 e 9 giugno conosceremo se sarà il Pescara, dopo Carpi e il Frosinone, la ventesima squadra nel tabellone della serie A del prossimo anno. Un'altra provinciale, in una stagione caratterizzata dall’imprevedibilità, che rappresenta una regola non scritta del torneo cadetto. Dalle promozioni dirette, ai play off, tenendo nel dovuto conto la classifica della regular season che ha negato posizioni di prestigio a sodalizi con tanti legami con il calcio che conta. Adesso non si può sbagliare. E’ successo tutto in poco tempo, la sconfitta di Varese sembrava avesse scritto la parola “fine” alle aspirazioni dei biancazzurri.  All’orizzonte però si profilava il fenomeno Oddo: è vi chiedo. Ci rendiamo conto che sono solo dodici giorni che Massimo ha sostituito Baroni sulla panchina del Pescara. Sembra tanto, e in questo breve lasso di tempo – dopo il successo sul Livorno - è successo di tutto, a partire da Perugia e fino alla doppia gara con il Vicenza.  Il Pescara ha tutte le carte in regola per guadagnarsi la sesta promozione. Ho solo un cruccio: che al fianco della squadra possa non esserci il pubblico delle grandi occasioni, anche se i pescaresi, che conosco bene, sono, capaci di smentirmi. Nelle cinque circostanze precedenti sono stati capaci di impressionare, quasi disorientare, il Paese, Allora non ho potuto fare altro che un flash back a partire dal 3 luglio 1977, la prima storica promozione in serie A. Cosa si può ancora dire di quella straordinaria giornata, dei quarantamila che invasero il capoluogo emiliano. Certo, la matematica certezza della festa ebbe il suo peso, ma la truppa guidata da Cade si era guadagnata prima e sul campo il podio per la serie A. Come non ricordare Terni per la prima degli spareggi, e in precedenza il determinante successo a Ferrara con la Spal. A Terni la tifoseria pescarese fece le prove per l’esodo della settimana successiva e anche il presidente Armando Caldora fece quel giro campo per caricare, laddove ci fosse ancora bisogno, il popolo biancazzurro, che avrebbe ripetuto a Bologna. Inizialmente non tutti avevano colto il valore dello 0-0 con i sardi, ma la loro sconfitta nel secondo turno disputato a Genova contro l’Atalanta decretò che sarebbero stati i bergamaschi e il Pescara ad affiancare il Vicenza in serie A. Due anni dopo, punto e a capo. A Caldora e Cadè avevano dato il cambio Capacchietti e Angelillo. La data anticipata di due giorni, 1 luglio, la location, la stessa Bologna, ma con il Monza si trattava di una partita mors tua vita mea. Prima doveroso citare quanto d’inverosimile era successo in precedenza. Con Udinese e Cagliari in odore di promozione per la terza piazza concorrevano Pescara e Monza. A San Benedetto del Tronto accade quello che non ti aspetti: una sconfitta con i marchigiani. Per i lombardi, a due giornate dal termine i giochi sembravano fatti. Non avevano fatto i conti che in serie B le sorprese sono dietro l’angolo, leggasi sconfitta in casa per loro contro il Lecce, con Silva che manda all’aria il rigore della serie A, mentre il Pescara s’imponeva sulla Pistoiese. Toscani che avrebbe perso in casa con i brianzoli, nell’ultima giornata, mentre il Pescara sul campo neutro di Napoli aveva la meglio, seppur a fatica, del Foggia. Campionato concluso in parità a quota 48 e ricorso allo spareggio.  A Bologna solito scenario con il “Dall’Ara” tinto di biancazzurro, mentre uno spicchio di curva ospitava i tifosi avversari. Una partita senza soverchie difficoltà per il Pescara: due reti, una per tempo. Al 40’ Pavone, l’attuale ds, e al 61’ tiro di Nobili deviata da Giusto.  Ancora più rocambolesca, dato e non concesso che sia possibile, il successo nel campionato 1986-87, per intenderci quella del ripescaggio a danno del Palermo, dopo la retrocessione in C. Alla ripresa a Montesilvano, un organico di tredici giocatori con meta il ritiro di Montefortino, con alla guida un allenatore, Giovanni Galeone, pressoché sconosciuto. Una stagione da incorniciare, tanti giovani anche del vivaio messi in luce, capitanati da un Rebonato che quell’anno fece lo stravedere. Questa volta nessuno spareggio, promozione diretta e la prima festeggiata in casa all’Adriatico. Avversario il Parma con Arrigo Sacchi in panchina e dopo la lezione impartitagli all’andata con Rocco Pagano superlativo, fu Bosco a fissare sull’1-0 la rete del successo. I dati ufficiali parlano di oltre quarantamila presenze e 34.500 paganti. Il Pescara finì al primo posto, seguito dal Pisa. Per la terza promuovenda si dovette ricorrere allo spareggio tra Cremonese, Lecce e Cesena, risolto a favore dei romagnoli. Passiamo adesso al 1992, ma per la festa dobbiamo anticipare ancora, per la conclusione del campionato fissato al 14 giugno. Il presidente Pietro Scibilia, stanco di vivacchiare tra i cadetti, richiamò al timone della squadra Giovanni Galeone che innestò nel precedente organico Allegri e Massara, rivitalizzando Bivi, costituendo con Pagano e Massara un tridente offensivo di assoluto valore. Una promozione quasi senza colpo ferire, secondo alle spalle del Brescia, mentre le altre due piazze furono appannaggio di Ancona e Udinese. I festeggiamenti per la promozione ancora in casa, un tranquillo 1-1 con il Padova, che aveva estremo bisogno di un risultato positivo, per evitare la retrocessione. E’ ora la volta della quinta promozione - l’ultima in ordine di tempo, anche se l’intervallo è durato 20 anni - in attesa di riprenderci la seria A dopo la finale con il Bologna in programma al “Dall’Ara “ alle 20,30 di martedì’ 9 giugno. Ritengo di potermi limitare allo stretto ’indispensabile, essendo ancora presenti in tutti noi le immagini delle straordinarie performance tecniche di ragazzi guidati da un tecnico del valore di Zeman. A sancire la promozione ancora un campo esterno, il Ferraris di Genova c on il 3-1 rifilato alla Sampdoria, doppietta di Caprari, Immobile e Juan Antonio per i blucerchiati. Promozione matematica, festeggiamenti in campo, all’aeroporto per il rientro della comitiva biancazzurra, e per tutta la settimana precedente l’ultima di campionato con la Nocerina. Nell’ultima giornata (26 maggio) il Pescara all’Adriatico supera 1-0 la Nocerina, con gol di Maniero, e in virtù della differenza reti si piazzano prima del Torino guadagnando il primo posto. Poi apriti cielo, una città intera, centomila e più ad assistere al passaggio di un pullman con tutta la squadra a rispondere agli applausi e alle grida gioia di tifosi letteralmente impazziti.  Di-Sciascio[3]

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