La rinascita di Gianluca Caprari
"Finalmente Caprari!" Verrebbe da dire così, dopo 4 anni. Il "nuovo" Gianluca Caprari sembra in realtà quello "vecchio", quello che incantava nella Primavera della Roma e che faceva parlare di lui come di uno dei futuri "crack" del calcio italiano. Sbarcò a pescara giovanissimo, poco più che maggiorenne, e si inserì alla grande in un Pescara straordinario, quello di Zeman. Lasciò il segno, Caprari, in quella squadra che fece parlare l'Europa addirittura. Ricordate il gol alla Messi contro la Sampdoria nel giorno della promozione? Fantastico, come quello siglato all'Avellino. Completamente diverso, a conferma che il bagaglio tecnico dell'ex pupillo di Totti è davvero impressionante. Sembrava essersi fermato in quella giornata genovese il baby Caprari. Di lui si erano perse le tracce, o quasi. L'anno in Serie A, nel marasma biancazzurro, non gli consentì di fare il salto di qualità che in molti si aspettavano. Un solo pomeriggio di gloria, proprio nel suo Olimpico e contro la sua Roma che a fine stagione lo riportò alla base. Ma solo per sei mesi, a gennaio fece dietrofront. Marino lo gettò nella mischia dopo appena 3 giorni dal suo rientro, a Castellammare di Stabia in una gara disgraziata che sancì l'inizio della fine dell'avventura dello stesso tecnico a Pescara. Anche per Caprari fu un presagio funesto, dato che in quella stagione e nella successiva, con Baroni, tra infortuni e altri problemi, non è stato decisivo. Ma era (ed è) ancora giovanissimo. E tutti spendevano per lui parole al miele. In campo, però, si vedeva un ragazzo timido, incapace di far vedere il suo talento. I tecnici alla Roma e poi quelli a Pescara, ben otto (Zeman, Stroppa, Bergodi, Bucchi, Marino, Cosmi, Baroni, Oddo), hanno sempre giurato sul suo talento. Che però i tifosi biancazzurri non riuscivano a vedere. Non per colpa loro, Caprari era spesso impalpabile. Poi la svolta. Già nei playoff dello scorso anno, pur impiegato con il contagocce. Oddo lo coccola, lo sprona e lo avvicina alla porta, non costringendolo a giocare largo. In estate la "mazzata" che si rivela invece fruttifera. La sua Roma, proprio lei, per una manciata di spiccioli non lo riscatta. Diventa tutto del Pescara, il pupillo di Sebastiani (a proposito: va riconosciuto al presidente il fatto di aver sempre fortemente puntato su di lui), e recide definitivamente il cordone ombelicale con la Lupa. E psicologicamente qualcosa cambia, in meglio. Libero dall'arma a doppio taglio del legame con i giallorossi, Caprari diventa un altro giocatore. Cattivo agonisticamente, determinato, uomo - squadra. E goleador (già 5 sigilli). Con il suo talento naturale che può finalmente sgorgare libero e copioso ad ogni giocata. Dopo 14 giornate non è più una tesi, ma una certezza: Caprari è ormai un giocatore vero, e può ancora crescere. Ha solo 22 anni ed "il meglio deve ancora venire". Il Chievo, come anticipatovi, e la Fiorentina (in tribuna ieri c'era Guerini) lo hanno messo nel mirino, ma lui confida di voler tornare in A e di restarci in biancazzurro. "La mia rinascita? Ora gioco più vicino alla porta". Merito di Oddo. Caprari ha cancellato i fischi di inizio stagione dei suoi stessi tifosi mutandoli in ovazione. Ora il rischio è che possa "sedersi", cullandosi sugli allori. Ma siamo convinti che il nuovo Caprari abbia imparato la lezione e che si sia fortificato caratterialmente al punto da non commettere questo errore. E siamo anche certi che questo Caprari possa trascinare il Pescara verso un traguardo bellissimo...
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