La nuova scommessa di Zeman è Ivan Mesik
Il boemo lo ha lanciato già e lo reputa assai importante
Con un Ivan Mesik così, Filippo Pellacani può recuperare con tutta tranquillità. Il centrale difensivo, fermo ormai da 6 mesi dopo l'infortunio patito prima di Pescara-Crotone del 14 settembre (rottura del crociato), è già tornato in gruppo ed è prossimo al rientro in gare ufficiali, ma adesso a fare coppia fissa con Brosco nel cuore della difesa biancazzurrza c'è questo slovacco di nemmeno 22 anni che si è preso la maglia da titolare relegando al ruolo di alternative i due senatori Boben e Ingrosso. Se gli uomini copertina del Pescara targato ZZ sono Rafia, definito da Vivarini una sorta di piccolo Zidane, e Lescano, 5 gol in 5 partite col boemo in panchina, la vera sorpresa del nuovo corso è questo aitante centrale di 187 cm che fa di rapidità e senso della posizione due delle sue armi migliori. Ed è stato proprio Zeman a lanciarlo, facendolo esordire in maglia Pescara nel giorno del suo debutto ter alla guida del Delfino. 14 minuti contro la Juve Stabia al posto di Boben come antipasto, poi 4 partite da titolare per l'interessante prospetto che il ds Delli Carri ha pescato in Danimarca, nel Nordjaelland, ovvero la stessa squadra dalla quale prelevò Matti Lund Nielsen nel gennaio 2012, a rinverdire i corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, e dove si impose un lustro fa il connazionale Stanislav Lobotka, attuale faro del Napoli dei record di mister Spalletti e primo slovacco nella storia del club scandinavo. Tesserato a gennaio dopo un breve ma intenso corteggiamento da parte del Delfino, Mesik già da un mese lavorava con la squadra a Pescara ma mister Alberto Colombo nel momento più complicato della sua avventura biancazzurra non se l'è sentita di lanciare un giovane sconosciuto ai più, che in patria aveva però vinto la Coppa di Slovacchia 2018-19 con lo Spartak Trnava e che è noto per le numerose presenze con la Nazionale Under 21. Mesik infatti aveva bisogno di un periodo di ambientamento per capire ritmi e tattica di un campionato difficile come quello italiano di C, oltre ad usi, costumi e lingua di un Paese diverso. Zeman, invece, non si è fatto scrupoli e lo ha gettato nella mischia, vedendo ampiamente ripagata la sua fiducia. D'altro canto Mesik aveva lavorato sodo per farsi trovare pronto. “La visione e i piani del club che mi sono stati presentati nei primi colloqui mi hanno dato la motivazione per cambiare”, ha raccontato il giocatore ai media slovacchi, “e di lasciare una società come il Nordsjaelland dove si lavora coi giovani per prepararli al grande calcio”. Seguito da sempre dal suo papà, con il quale ha passato ore e ore sui campi di calcio, Mesik sta facendo i conti anche con i peculiarissimi metodi zemaniani di allenamento fisico (gradoni, corsa, dieta ferrea e il “wash out”) ma da questo punto di vista non ha alcun problema. Mesik, infatti, si è sempre rivolto a professionisti del settore per farsi seguire da vicino ad integrazione del lavoro fatto collettivamente con il gruppo. “Ogni giovane calciatore dovrebbe rendersi conto che se vuole ottenere qualcosa nella sua carriera ha bisogno anche di un allenamento individuale”. Da anni in Slovacchia, in Norvegia (ha giocato nello Stabaek Football e nell'Odds Bk) e in Danimarca ha sempre avuto una cura quasi maniacale dello stato fisico. “Mi alleno individualmente per essere sempre pronto al 100%. Ricevo dalla società o dal personal trainer i programmi, fondamentali per mantenermi in forma sportiva durante tutto l'anno e non solo nel periodo di preparazione, e lavoro. Tutti i giovani calciatori devono di lavorare sodo su se stessi per ottenere ciò che sognano nella loro carriera".
Commenti