Oddo: "E pensare che volevo fare il direttore sportivo...Sul mio Pescara dico..."
Massimo Oddo a 360 gradi. Il tecnico biancazzurro parla di se stesso, della sua carriera, del suo Pescara e del campionato in un'intervista esclusiva rilasciata all'edizione cartacea del Corriere dello sport. Mai banale, il tecnico si racconta senza filtri. E dice la sua su tutto... "Più veloce giochi, più spazio hai": sintetizza così la base del gioco spumeggiante del suo Pescara. "L'impatto con la Serie A si pensava potesse essere molto difficoltoso, invece è stato non dico agevole ma positivo: abbiamo retto il confronto con due squadre, Napoli e Sassuolo,che sono probabilmente le più organizzate del campionato e pure quelle che hanno più continuità rispetto all'anno scorso. Le abbiamo affrontate a viso aperto e, al di là del risultato, abbiamo giocato a tratti molto bene. E' la nostra strada: portare avanti l'idea di calcio mostrata in B anche in serie A", esplicita Oddo. Ora c'è l'Inter, pronto lo scherzetto? "Ci proviamo, l'idea è imporre sempre il nostro gioco. Però siamo in A, quindi ci saranno tante partite in cui ci riusciremo e altre nelle quali gli avversari saranno più bravi di noi. Non abbiamo paura, giochiamo senza nasconderci. La mia squadra si difende solo quando gli altri sono superiori: con il Napoli, ad esempio, nel secondo tempo ci siamo abbasstai, ma è normale". E pensare che quando ha appeso gli scarpini al chiodo voleva fare altro. "In realtà non volevo fare l'allenatore. Ho studiato scienze manageriali dello sport, volevo fare il direttore sportivo, e infatti ho frequentato pure il corso, per diventare un dirigente di alto profilo, alla Marotta o alla galliani per intenderci. Quando ho smesso di giocare, ho provato a rubare il mestiere a qualcuno però mi sono reso conto che è una casta: ho trovato le porte chiuse. Forse perchè ho un cognome pesante, o per altri motivi". Quello che ha imparato, però, lo ha messo a frutto anche nella sua nuova carriera. E' più un manager all'ingelse che un allenatore all'italiana, incidendo anche sul mercato in fase di scelta e - se vogliamo - di trattativa. Ringrazia Fabio Liverani, che lo portò al Genoa, ma è a Daniele sebastiani e alla fiducia concessa da costui se ora il volto nuovo del calcio italiano ha le fattezze di questo pescarese che con il compaesano Fabio Grosso alzò la Coppa del Mondo 2006, da calciatore ovviamente. E sul suo Pescara chiosa così: "Credo fortemente in questa squadra, può togliersi delle soddisfazioni. Quanto a me non penso al futuro: quello lo costruisci attraverso il presente. Penso solo a fare del mio meglio oggi".
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