Bucchi, alfa ed omega a Pescara
Chiudere una fase della propria vita per aprirne un’altra, del tutto nuova, nel medesimo posto. E’ quello che è successo a Cristian Bucchi, che ha chiuso la propria carriera da calciatore a Pescara per intraprendere, proprio in biancazzurro, quella da tecnico, prima come allenatore della Primavera e poi della Prima Squadra, addirittura in serie A. Aveva già fatto vedere le sue buone qualità da novizio della panchina a Pescara, pur nella sciaguratissima stagione del Delfino, ora si sta confermando uno degli allenatori più interessanti della nuova leva italiana. Secondi in classifica e freschi di vittoria contro il Teramo, Bucchi e la sua Maceratese sono una realtà del girone B di Lega Pro. Ed il merito è anche – se vogliamo – del Pescara, che lo ha forgiato come tecnico e che continua a seguirne i progressi. In futuro, mai dire mai…E Bucchi potrebbe tornare a sedersi un giorno sulla panchina che lo ha lanciato. Ma sono ovviamente discorsi assolutamente prematuri. La “palestra” pescarese gli è servita molto, ancor prima di ricoprire il ruolo di allenatore. In soli sei mesi di militanza nel Pescara (1 gol), ha potuto apprendere dal tecnico biancazzurro dell’epoca, Eusebio Di Francesco (a proposito: con il suo Sassuolo sta facendo meraviglie), alcuni aspetti importanti del ruolo che avrebbe poi ricoperto di lì a breve. E’ lo stesso Bucchi a dirlo: “Dal punto di vista umano Bolchi e Castagner (ex Pescara, ndr)mi hanno dato tantissimo, mentre dal punto di vista tattico Giampaolo, Pioli e Di Francesco sono quelli che mi hanno trasmesso quel piacere di allenare che ho adesso”, ha detto al blog del giornalista Sky Gianluca Di Marzio. “Non nascondo che ho avuto possibilità di andare in B, ma sono convinto che un percorso giusto e corretto sia fatto anche di gavetta, quella che ti consente anche di potere sbagliare, perché gli errori sono un momento di miglioramento. Mi piaceva fare un percorso completo che mi permettesse di capire tante cose”. Gubbio, Torres e ora Maceratese, la strada di Bucchi come allenatore è fatta di piccoli gradini dopo la breve, ma intensa, avventura iniziale con il Pescara nella massima serie “Credo molto nella meritocrazia. Trasmettere idee e obiettivi ad una squadra non è facile, ma quando ci riesci è una grande soddisfazione”
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