Per un vincente l’alibi è una trappola
Sviste arbitrali penalizzanti, ma c'è dell'altro
A CURA DI MATTEO -SBORGIA - Domenica per il Pescara è arrivata la prima sconfitta ad opera della prima classe, la Reggiana, al termine di una contesa avvincente, combattuta ma anche segnata da episodi molto discutibili che ne hanno caratterizzato l’evoluzione in negativo per i biancazzurri. Al cospetto di un avversario di tutto rispetto, gli uomini di Auteri sono stati artefici di una grande prestazione costellata però dai soliti e reiterati errori. Sarebbe quanto mai superficiale ed errato sostenere che gli adriatici hanno perso la gara solo per clamorose topiche arbitrali. L’undici dannunziano crea e offende nel migliore dei modi ma nella fase difensiva non fa altrettanto. Mancano, non da oggi, compattezza e equilibrio. Memushaj e compagni subiscono troppe reti (11) la maggior parte delle quali a causa di ripartenze micidiali degli avversari a difesa schierata, ma non solo: la porta di Di Gennaro non è mai rimasta immacolata. Tali questioni ormai nostro malgrado rappresentano delle costanti di questo inizio stagione. Il calendario è stato fino a questo momento clemente con il Pescara. La truppa del trainer siciliano, infatti, prima di 48 ore fa aveva incontrato tutte avversarie alla sua portata sulla carta. Ora però le cose inizieranno a complicarsi e il mese di ottobre sarà decisivo per misurare le reali ambizioni. La rotta va invertita subito. Occorre individuare, capire e correggere gli errori: vanno trovate soluzioni ai problemi con la consapevolezza che la categoria è quella che è e gli errori da parte dei direttori di gara potrebbero anche essere ricorrenti. Per questo motivo prevenire il più possibile è sempre meglio che curare. Per un vincente o aspirante tale, del resto l’alibi è una pericolosa trappola in cui non si deve in nessun modo rischiare di cadere.
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