Avellino, addio playoff: col Pescara per l’orgoglio
Verso Avellino - Pescara, qui Irpinia. In vista della sfida di venerdì sera, il giornalista di Irpinianews Claudio De Vito presenta ai lettori di PescaraSport24 i Lupi biancoverdi. Buona lettura!
L’Avellino riceverà il Pescara con tono dimesso rispetto agli obiettivi, ma ugualmente desideroso di farsi perdonare dai propri tifosi l’inopinata sconfitta di Latina. Il ritardo di otto punti dall’ottavo posto occupato proprio dagli abruzzesi impone realismo rispetto al conseguimento di un posto nei playoff a otto giornate dal termine e anche in caso di vittoria nel confronto diretto ci sarebbe ben poco da esultare. I biancoverdi infatti hanno dimostrato di non essere competitivi per i quartieri nobili della classifica né durante l’ultima fase della gestione Tesser, né agli albori dell’era Marcolin.
L’ultima bocciatura di Latina, e ancor prima quella interna con la Ternana, hanno riferito di un Avellino incapace di farsi trovare pronto all’appuntamento con la prova del nove. Eppure Marcolin si era presentato discretamente a Pasqua con la capolista Crotone, fronteggiata con piglio e ordine tattico in uscita dal caos tesseriano. A Latina è tutto svanito improvvisamente per via di un atteggiamento mentale e di una condizione fisica prossimi allo zero spaccato. Tutto da rifare pertanto per il tecnico biancoverde che dovrà trovare quanto prima il bandolo della matassa per confermare almeno un minimo di imbattibilità casalinga. Sarebbe già un grosso passo in avanti per l’Avellino attuale, minato tra l’altro dagli infortuni di due perni come Jidayi e Gavazzi. Il classico momento in cui tutto gira per il verso sbagliato, ma in cui l’Avellino sembra non aver avuto il giusto spirito per svoltare. Morale sotto i tacchi, batterie scariche, difesa colabrodo tra le peggiori del torneo e attacco anemico senza l’ombra di una palla gol da quando Marcolin siede in panchina.
Col Pescara doveva essere sfida playoff e invece per l’Avellino la notturna del Partenio-Lombardi assumerà un valore simbolico, di orgoglio e riscatto, senza illudere ancora rispetto ad un obiettivo apparso irraggiungibile per i troppi bassi e i pochi alti dell’intera stagione.
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