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Acri e Zanon sfidano il proprio passato

05.11.2015 09:48

A volte ritornano. Pescara – Ternana è una sfida importante, non solo per invertire la rotta dopo la sconfitta di Novara, ma perché contro Oddo e compagni ci saranno un paio di ex che in Abruzzo hanno avuto alti e bassi. Prendiamo la storia di Acri e Zanon, al Pescara per svariate stagioni, prima di lasciarlo per motivi diversi. Entrambi sabato saranno all’Adriatico per affrontare i biancazzurri, il primo come ds delle Fere, il secondo da terzino nello scacchiere di Breda. Guglielmo Acri è conosciuto a Pescara come ex ds al fianco di Repetto e prima come consulente di Delli Carri. Ha avuto un ruolo importante nelle cessioni di calciatori in esubero. Romano di nascita, può vantare un lungo curriculum: la sua carriera da dirigente inizia a sole 24 primavere nella Pescatori Ostia, club dilettantistico. La scalata è immediata e lo porta a rivestire incarichi societari (tra le tante squadre) anche nel Frosinone, Napoli, Palermo, Teramo e Ternana.Sotto un certo punto di vista, Acri ha dato una svolta al calcio internazionale, quando con la Lazio nel 2008 curò il primo caso di gentleman’s agreement, cedendo per 6 milioni di euro Behrami al West Ham ed evitando che il calciatore si appellasse all’articolo 17. Con gli umbri è stato ds nel 2005-06, stagione della retrocessione in Serie C1: quest’anno il ritorno nelle stesse vesti di direttore sportivo.Ha sempre preferito l’oscurità ai riflettori, l’anonimato alla celebrità, ma non per questo il suo talento è da sottovalutare. Damiano Zanon ha indossato per 4 anni la maglia del Pescara e può essere definito l’uomo delle promozioni. Con i biancazzurri ha vissuto infatti, da titolare, la doppia scalata dalla C alla A. 122 presenze, più di diecimila minuti con gli stessi colori e con ottime prestazioni specie nell’anno di Zeman, quando il numero 2 è riuscito a confezionare ben 9 assist (4 dei quali per Immobile, 3 per Insigne). Dopo la pessima stagione di Serie A il terzino non rinnova ed al termine del contratto passa al Benevento in Lega Pro, dove disputa solo 16 partite di campionato, cambiando a metà stagione. Non trova fortuna nemmeno quando approda al Bari: cinque partite da titolare e una manciata di minuti in altri sei incontri. Addio inevitabile e sorpresa dietro l’angolo: la promozione in Serie A con il Frosinone da titolare lascia di stucco tutti gli addetti ai lavori. Contro i biancazzurri il bilancio è di una sconfitta (Pescara – Frosinone 3-0) e due vittorie, ottenute con le maglie di Bari (1-0) e Frosinone (2-1). Non avrà il dente avvelenato, ma per Zanon sarà sempre una partita speciale. Perché alla fine: “del passato dovremmo riprendere i fuochi, e non le sue ceneri.”

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