Semi gettati, adesso servono tempo e cura per avere i frutti
Il punto di partenza dello Zeman Ter che coincide con il rush finale di regular season
Stavolta l'avventura di Zeman sulla panchina del Pescara non è iniziata col botto. Se nel 2011 il suo Pescara aveva sbancato Verona per 2-1, prima tappa della cavalcata vincente in serie A, e nel 2017 aveva schiantato all'Adriatico il Genoa per 5-0 nella massima serie, lo Zeman Ter è iniziato con un pari per 2-2 e con una rimonta subita, che porta anche il Foggia ad agganciare il Delfino al terzo posto. Ma nella valutazione della partita pesa come un macigno la rete annullata in pieno recupero, che se convalidata – ed era buona alla moviola, come anche ammesso dall'arbitro a Delli Carri nel post gara (Seba dixit) – avrebbe fatto vedere sotto una luce diversa il primo atto dello Zeman Ter. Avrebbe creato per davvero entusiasmo e, cosa da non sottovalutare affatto, avrebbe fatto mantenere la terza posizione solitaria ad un Delfino che nelle ultime 16 gare ha totalizzato la miseria di 14 punti (13 in 15 partite con Colombo, 1 al debutto con ZZ). Da inizio girone di ritorno, il bilancio rispetto a quello d'andata parla di meno 15 punti totalizzati. Ma questi sono numeri generali, che mettono insieme il presente ad un passato ormai remoto. Il presente e l'immediato futuro parlano boemo ed è da qui che bisogna partire per l'analisi.
Dopo 5 giorni dal suo arrivo, lo dice il buonsenso oltre ad averlo detto anche il presidente Daniele Sebastiani nel post gara, non si potevano attendere miracoli da Zeman. Troppo poco il tempo per incidere, ovviamente, ma la scossa ad una squadra piatta, involuta e a tratti inerme del recente passato c'è stata. Zeman alla vigilia ha detto di voler ripartire dalla base consolidata da Colombo, iniziando a immettere i suoi concetti di calcio, e così è stato, pur con qualche novità. La più importante è stata Lescano, complice un problemino alla caviglia di Vergani, riproposto titolare dopo tempo immemore ed autore di 2 gol, che potevano anche essere di più date le occasioni avute. L'altra è stata Palmiero play, un po' per scelta e un po' per necessità. Non ha fatto male, pur essendo troppo scolastico. Il centrocampo visto all'opera contro la Juve Stabia non sarà probabilmente quello definitivo. Tra assenze (Kraja e Gyabuaa) e uomini da reimpostare (Rafia) sarà quello che rispetto all'undici del debutto subirà più variazioni. E' il reparto nevralgico del campo, quello che forse ha meno giocatori zemaniani ma quello dal quale dipenderanno le fortune del Delfino di questa stagione. Trovando la quadra nella linea mediana, tutto sarà più facile. Per il resto, l'attacco appare già quello sulla carta più congeniale al 4-3-3 zemaniano, disponendo oltretutto di alternative validissime da utilizzare a gara in corsa per far rifiatare (o, grazie alle 5 sostituzioni consentite, cambiare in toto) il tridente, mentre la difesa già per 3/4 appare quella definitiva. I terzini (Cancellotti e Milani) sembrano adattissimi, più delle alternative (Crescenzi piaceva al boemo 10anni fa, ma già all'epoca del suo secondo arrivo a Pescara non riteneva più il giocatore perfettamente idoneo alla sua linea a 4, pur stimandolo) e Brosco conosce movimenti e meccanismi, la perplessità è sull'altro centrale. Pellacani sarebbe perfetto, ma è ancora sulla via del recupero e potrebbe essere l'arma in più ai playoff, mentre tra i senatori Boben e Ingrosso il perfetto centrale zemaniano non c'è. Potrebbero essere provati Mesik (nuovamente, ma dall'inizio) e addirittura il baby Catena. D'altro canto nella sua lunghissima carriera ZZ non si è mai fatto pregare per lanciare giovanissimi, sconosciuti o Carneadi. I 90' più recupero con la Juve Stabia hanno fatto vedere un po' il meglio ed il peggio del Pescara e dell'impronta zemaniana, con tante occasioni create, la verticalità e la mentalità offensiva, ma anche qualche fragilità in difesa di troppo, con 1 vs 1 concessi con facilità, coperture preventive saltate e una linea non sempre registrata a dovere. Il gioco sulle catene crescerà inevitabilmente con il passare dei giorni e delle esercitazioni, ma è proprio il fattore tempo una variabile importante che sembra giocare non proprio a favore di ZZ. Ci sono 8 turni di regular season, ma già la settimana prossima con l'infrasettimanale di mezzo non si avrà tempo e modo di lavorare sul campo sui concetti del boemo. Poi partirà la lotteria playoff, dove saranno fondamentali la condizione mentale e quella fisica (sul piano atletico ZZ non potrà inevitabilmente incidere troppo, essendo già marzo e non avendo modo di fare un richiamo approfondito sul lavoro del predecessore). Bisognerà dunque concentrare tutto il lavoro tattico e di concetto nel minor tempo possibile, ma il punto di partenza con le Vespe stabiesi non è negativo. I semi sono stati gettati, adesso bisogna annaffiarli e curarli per bene per avere frutti dolci
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