Il filo biancazzurro nella carriera di Insigne
C’è un filo biancazzurro nella carriera dell’uomo del momento del calcio italiano, Lorenzo Insigne. Non solo per i suoi trascorsi a Pescara. Tutta la sua carriera, infatti, è stata direttamente o indirettamente riconducibile ai colori sociali del Delfino. Il primo a scoprirlo fu infatti Peppino Pavone, ex giocatore del Pescara ed attuale d.s. del club. La vicenda è particolare. Pavone, all’epoca dirigente della Cavese, per caso si ritrovò a seguire un Napoli – Lazio Primavera. Doveva ripartire in direzione Foggia, ma saputo dell’incontro decise di trattenersi per guardare la partita. E rimase folgorato da un giocatore bassino ed esile, ma che con i piedi faceva ciò che voleva. Lorenzo Insigne, appunto. Subito Pavone prese contatti con Luigi Caffarelli (altro ex biancazzurro in epoca Galeone), il Responsabile del Settore Giovanile del Napoli (e con il collaboratore Puzone). Pavone voleva portare il giocatore a Cava a gennaio, ma il club proprietario non era propenso a lasciarlo partire. Fu necessaria una sortita a Napoli di Pavone stesso e del presidente della Cavese per conoscere il ragazzo e “forzare” un po’ la mano ai dirigenti campani. La promessa di far giocare il Torneo di Viareggio ad Insigne in prestito fu la chiave di volta pr la cessione a titolo temporaneo. Nella Cavese, però, intanto passata da Maurizi a Stringara, Insigne non trovò eccessivo spazio ma Pavone non si dimenticò di lui nell’estate successiva. Pavone tornò a Foggia e, insieme a Zeman, volle fortemente Insigne (e Sau, che aveva avuto a Mandredonia). Campionato straordinario dei due , in particolare di “Lorenzo il Magnifico” e nuovo anno in prestito. Stavolta a Pescara, senza Pavone ma con Zeman. Il resto è storia: la strepitosa annata, personale e di squadra, a Pescara ed il ritorno a Napoli dalla porta principale. Ma, dopo due anni non eccezionali con Benitez, c’è voluto un altro ex Pescara per lanciarlo definitivamente nell’elite del calcio italiano e continentale: Sarri. E non è finita qui. Con i “fratellini” terribili dell’epoca pescarese, Verratti ed Immobile, il campione tascabile sogna di scrivere pagine indelebili con la Nazionale. A partire dal prossimo Europeo… Curiosità finale. Lorenzo Insigne, di recente, ha donato la sua “ 24 ” con dedica al Museo del calcio “Andrea Fortunato” di Santa Maria di Castellabate in provincia di Salerno. La maglia del calciatore è stata consegnata dal suo manager Antonio Ottaiano. Il talentuoso Lorenzo già in passato aveva regalato una sua maglia, la numero 11 quando giocava con il Pescara di Zeman, in occasione della promozione in Serie A del club biancazzurro.
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