Prima squadra

Fallimento Pescara Calcio, Nucifora: «Venivamo cacciati da ristoranti»

18.10.2016 13:32

Crack Pescara Calcio, le ultime. Un nuovo capitolo giudiziario è stato scritto ieri con la testimonianza resa, davanti al tribunale collegiale di Pescara, da Enzo Nucifora, ex direttore sportivo del club biancazzurro, nell'ambito del processo con rito ordinario sul fallimento del Pescara Calcio, in cui sono imputati per bancarotta e bancarotta fraudolenta gli ex presidenti Massimiliano Pincione e Gerardo Soglia e l'ex amministratore delegato della società biancazzurra Francesco Soglia. I fatti risalgono ad un periodo compreso tra inizio luglio 2007 e fine ottobre 2008. In seguito, il 19 dicembre del 2008, la società del Pescara Calcio venne dichiarata fallita con un passivo di oltre 15 milioni di euro. Oltre a Nucifora, è stato chiamato a deporre anche Paolo Iapaolo, che per un breve periodo ricoprì l'incarico, mai formalizzato, di direttore generale della società biancazzurra. «Il segretario della società del Pescara calcio, Luigi Gramenzi, mi disse che c'erano circa 2 milioni di euro bloccati su un conto a Dubai, ma io gli risposi che noi avevamo bisogno di mille euro per andare avanti, visto che ci buttavano fuori da ogni ristorante della zona», ha detto Nucifora come riportato dal giornale online Primadanoi. «Fui avvicinato da un tale Multineddu, che operava per la società del Pescara, intorno alla metà di agosto del 2007 - ha proseguito Nucifora -. Accettai e terminai la mia attività nell'ottobre successivo, quando alla presidenza subentrò la famiglia Soglia che scelse di avvalersi della collaborazione di altre persone». Non si sono presentati, invece, gli altri dieci testimoni citati dalle difese: saranno invitati a comparire nel corso della prossima udienza, che il presidente del collegio, Rossana Villani, ha fissato per il prossimo 23 maggio. Assenti anche i tre imputati. Nucifora ha riferito di «una situazione economica che a quel tempo era molto difficile, della quale ero però a conoscenza solo per sentito dire, non seguendo personalmente la situazione contabile del club». L'ex ds, in particolare, ha raccontato: «Chiamavo tutti i giorni il sindaco per chiedere un sostegno e solo l'intervento di alcuni imprenditori, rimasti anonimi, ci ha permesso di andare avanti e di pagare gli autobus per le trasferte». Iapaolo ha spiegato di essere stato nominato direttore generale del Pescara nel febbraio del 2007. «Mi chiamò la moglie di Pincione - ha detto l'attuale dirigente del Grosseto - ma io non ho mai accettato l'incarico e non ho mai firmato alcun contratto. Ho frequentato l'ambiente solo per un mese e mezzo - ha aggiunto - ma non so nulla di versamenti di danaro o di questioni contabili, visto che non avevo alcun titolo per occuparmi dei conti».

Commenti

Il Bahebeck segreto
Zeman jr attacca l'arbitro: "Tifoso della Juve o del Chieti, sapevo avrei perso"